Al di là del titolo in latino: "Ferrum Gravis", sempre di "Heavy Metal" si tratta. E nemmeno del migliore.
I tedeschi Viron si protendono verso un sound spiccatamente Heavy Metal, con pochissime concessioni all'Hard Rock e qualche apertura in più al Power Metal made in U.S.A., ma dove i risultati sono davvero sconsolanti.
Un songwriting davvero banale, con la stessa formazione che appare spesso in difficoltà, sopratutto se si prende in esame la prova del loro cantante, Alexx Stahl, che sugli acuti talvolta è addirittura fastidioso.
L'opener "Liberator" prova a mostrare i muscoli ma senza rendersi mai realmente pericolosa, e lo stesso si può dire delle successive canzoni, la cadenzata "On the Run" o la più veloce "The Isle of Man", dove nonostante tutti gli sforzi profusi i Viron raccolgono ben pochi risultati.
Le cose migliorano leggermente con l'acustica "War", dove finalmente Alexx Stahl offre una discreta prestazione, grazie ad un'interpretazione sentita, un po' nello stile di Hansi Kursch, con i Viron che, infatti, intraprendono sentieri gia battuti dai Blind Guardian.
Anche la seguente e serrata "Beyond the Gates" mostra qualche spunto interessante, con un discreto lavoro del batterista Neudi e dei due chitarristi Thilo Feucht e Roger Dequis, ma da qui in avanti, praticamente per tutta la seconda metà del CD, si ricade nell'oblio, con la sola "Playground for Billions" che mostra qualche piccolo segno di risveglio (si tratta di un mid tempo caratterizzato dall'alternanza di passaggi melodici ed epici), tuttavia la conclusiva "Sniper" viene poi dilatata a dismisura per quasi 12 minuti, ribadendo i limiti attuali dei Viron.
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