Finalmente! Dopo aver lavorato con gente del calibro di James LaBrie, Jordan Rudess, John Macaluso e chi più ne ha più ne metta, il funambolico Marco Sfogli esordisce con un disco tutto suo. Il talentuoso chitarrista campano si era già fatto notare per aver preso parte al tour di Elements of Persuasion, disco solista di James LaBrie, e per aver in quell'occasione dato prova di un sound ed una tecnica impareggiabili, tranquillamente paragonabili a quelle del suo "alter ego" John Petrucci. Armato di chitarre Rash (una giovane e molto promettente marca italiana, nuova di zecca), e di una tecnica ed un feeling invidiabili, Marco ci presenta un disco interamente strumentale, dove, coadiuvato da fior di musicisti (leggere la line-up per credere), dà sfoggio delle sue immense doti artistiche.
Lo stile spazia con facilità dallo shred più accanito alla fusion, al blues, al rock, al country (nella divertentissima e conclusiva
Texas BBQ), con un'apparente naturalezza e perfezione di esecuzione. Impressionante sentire Marco in accelerazione in brani come la title track
There's Hope: sfido chiunque di voi a fare sentire il brano ad un vostro amico, e a farvi dire chi è.... il 99% dirà a colpo sicuro "Petrucci"!!! Sbagliato, fratelli e sorelle; è
Marco Sfogli, un nome italianissimo di cui sentiremo parlare, e molto. Potrebbe ricordarvi non solo John Petrucci, ma qui e là sono riuscito a sentire echi di Robben Ford, di Eric Johnson, Satriani, e la lista potrebbe continuare veramente all'infinito.
Ma il nostro Marco, spero vivamente, tra qualche anno potrà tranquillamente saltare la staccionata, e passare tra "color che son citati"..... "Ehi, hai sentito questo nuovo chitarrista? Forte, sembra Marco Sfogli...."
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