Interessante album di debutto per questa band finlandese dall'evidente connotazione di power alla Stratovarius. L'album "Beyond Reality" inizia con un intro di tastiere che ha però il difetto di essere troppo lungo, il riporre nuovamente la prima parte dopo la voce narrante sinceramente me lo ha fatto un po' odiare. "Memories Of Time" attacca con la melodia dell'intro decisamente accelerata. Brano questo veloce e accattivante, dal ritornello orecchiabile che rimane in mente già dopo il primo ascolto. Il livello sale ancora con la successiva "Fallen Star", pezzo che rimarrà il mio preferito anche al termine dell'intero album. Brano più cupo del precedente con una ritmica non scontata e inserti di voce femminile di ottima qualità; il ritornello mette in evidenza le influenze dei Gamma Ray su questa band. Azzeccatissima la voce narrante maschile, la stessa presente nell'intro, ad opera di Pasi Ristolainen, produttore ed ora nuovo bassista del gruppo, che con questa voce merita sicuramente di essere citato. Unico neo la produzione, voce bassa e batteria triggerata, ma comincio a pensare che sia io a non trovarmi con i Finnvox Studios. "Heart's Desire" inizia con una voce molto più potente e cattiva della precedente ed infatti è Marco Hietala a cantare: bassista/cantante dei Tarot (gruppo storico finlandese) che ha collaborato di recente con i Nightwish e i Sinergy; davvero una bella voce forse troppo in contrasto con quella più sciatta di Keranen delle parti rallentate. Segue "Where The Rainbow Ends", brano cantato interamente da Hietala, musicalmente alla Helloween (ehm l'inizio è decisamente troppo! alla Helloween) rende però molto bene con questa voce. "Time of Fatherhood" è un altro brano che mi è rimasto molto impresso: un cantato particolare, più basso e partecipe, su una canzone tutto sommato orecchiabile. Curioso che su questo brano la produzione non presenti il difetto (difetto per me, naturalmente) evidenziato prima della batteria martellante in opposizione ad voce un po' troppo nascosta. "Dreamland" invece può essere presa ad esempio su come un ultimo minuto di canzone possa rovinarla completamente: dopo gli assoli viene riproposto il refrain con la voce femminile (che già prima della parte strumentale mi aveva impressionato poco) per altre due volte facendo scadere la canzone nel banale. Interessante invece la successiva "Call Of The Wild" dove colpisce il duetto di Keranen con la voce dello spirito, voce filtrata del chitarista. Inizio lento di voce e tastiera su "Dancing In The Twilight", inizio ingannatore perché dopo la prima strofa il pezzo attacca tirato con la batteria. Brano degno di nota: di chiara influenza hanseniana nel ritornello, è così vario da assumere addirittura tinte folk. Se "Refuge From Reality" e "Silent Path" (quest'ultima, un lento cantato interamente dalla voce femminile) mi lasciano abbastanza indifferente, orecchiabile la prima e noiosetta la seconda, non accade invece con "Farewell...". Canzone alla Nightwish con un unico difetto: quindici secondi clonati da "Season Of Change" degli Stratovarius, provate a sostituire le parole "I was with you my friends..." con "The carousel is spinning fast..." e vedrete che il pezzo è identico, solo più lento.
Un album sicuramente vario, sia per la presenza di diverse voci sia per le canzoni che spaziano da quelle più metallose a quelle più orecchiabili. Un album che avrebbe meritato un voto maggiore se solo non ci fossero state un paio di scopiazzature troppo evidenti.
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