Ok...ricapitoliamo un attimo per i più distratti la storia dei
Mercenary in breve.
Il gruppo danese parte con un death metal ordinario ma tutto sommato ben suonato, poi impazzisce e nel secondo disco crea un capolavoro a nome "
Everblack" che non è più death metal ma un misto tra un heavy oscuro, alternanza di voce death e pulita, entrambi maschili, con qualcosa di progressivo ed, ovviamente, estremo, retaggio di un passato recente.
Il disco fa il "botto", li nota la
Century Media e finalmente (per loro) smettono di incidere per etichette piccole e mal promosse; ovviamente la tentazione di commercializzarsi ed affidarsi ad un sound molto più orecchiabile è forte e la band cede: "
11 Dreams" è un buon disco, ma molto meno fresco e spontaneo del precedente. Le cose vengono riequilibrate dal successivo "
The Hours That Remain" che è la fotocopia fatta meglio di quello prima, più armoniosa e sicuramente realizzata con maggior calma e savoir-fair.
Arriviamo quindi ad "
Architect of Lies"...che è la fotocopia della fotocopia.
I Mercenary avendo trovato la formula dell'oro non la mollano più: classe ce n'è in abbondanza, manierismo a quintalate e stessa formula ripetuta all'infinito, in questo caso per tutti e dieci i pezzi che compongono il cd.
Come reagire a questo punto? Se fate parte della schiera di ascoltatori che dopo un po' si stancano di vedersi propinata la solita ottima solfa, allora i Mercenary sicuramente vi sono venuti decisamente a noia; se al contrario, come al sottoscritto, vi basta che ci sia elevata qualità musicale ed ottima produzione, allora come è logico ancora una volta la band danese ha colpito nel segno, avendo effettuato una pedissequa prosecuzione nello stile e nella qualità del songwriting come avviene da diversi anni a questa parte.
Tanta melodia, tanti bei riffs sempre divaganti dal thrash fino a soluzioni classicheggianti, cori e controcori al massimo della maniacalità per armonizzazioni e soluzioni...insomma i soliti, banali, entusiasmanti Mercenary.
"
I Am Lies" esalta, così come "
Bloodsong" e la bellissima "
Embrace the Nothing", uno dei migliori episodi del cd, non possono non piacere sebbene sia sempre la stessa solfa proposta dai Mercenary.
Bravi e basta, ma chi ve lo fa fare di cambiare finchè, come Locatelli, fate le cose per bene?
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