Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:42 min.
Etichetta:Locomotive Music
Distribuzione:Frontiers

Tracklist

  1. S.O.B.
  2. STRANGER
  3. PRIMED & READY
  4. TOO FAR DOWN
  5. NO TOMORROW
  6. OUT OF MY HEAD
  7. RUN FOR YOUR LIFE
  8. FATAL SMILE
  9. STRAIGHT TO HELL
  10. EVE OF WAR

Line up

  • Y: guitars
  • Blade: Vocals
  • Alx : bass
  • Zteff: drums

Voto medio utenti

Arrivano da Stoccolma, sono al terzo lavoro (ma ad essere sincero li credevo degli esordienti!), si fanno mixare il disco dal veterano Michael Wagener (Skid Row, Motley Crue, Metallica, Accept e Poison, tra i suoi clienti) e suonano un hard ‘n’ heavy capace di mescolare WASP (ai quali hanno fatto da opening band), Skid Row e il groove chitarristico dei Black Label Society.
Attraverso la coinvolgente fisicità di “S.O.B.” e “Out of my head” i vividi bagliori street di “Stranger” e “Primed & ready”, le cadenze Sabbathiane di “No tomorrow”, le buone melodie d’estrazione class di “Run for your life” e il tocco bluesy di “Fatal smile”, il quartetto scandinavo dimostra tutta la sua bravura e la sua “cultura” specifica, grazie ad una notevole compattezza d’esecuzione e al “vocione” di Blade, che ricorda una sorta di gradevole interpolazione espressiva Lawless – Corabi – Coverdale – Bach e riesce a conferire alle composizioni l’adeguato fil rouge interpretativo, fatto innanzi tutto di forza e virilità, ma anche d’intensità e colore.
Eppure, nonostante tutte queste innegabili qualità, “World domination” non riesce ad entusiasmarmi come dovrebbe, è molto gradevole, ha il “tiro” giusto, ma per poter assurgere ad una categoria “superiore”, c’è ancora qualcosa che non funziona completamente.
In questo genere, le melodie devono essere “esplosive”, gli anthem praticamente irresistibili, si devono conficcare nella corteccia cerebrale quasi in maniera involontaria e con la stessa istintività devono uscirti dalla bocca nei momenti più “impensabili”, ebbene tutto questo qui accade troppo raramente, in un ambito in cui la costante “piacevolezza” dell’ascolto non lascia poi troppe tracce di sé quando esso si è esaurito.
Le potenzialità ci sono e sono pure assai sostanziose e tuttavia ritengo che per poter ratificare i Fatal Smile come una scintillante sensazione di “harde rockke” mondiale e considerarli veramente all’altezza dei propri numi tutelari, sia ancora necessaria un po’ d’applicazione supplementare nel settore “memorabilità” delle composizioni.
Sono, in ogni caso, molto fiducioso per il futuro di questa band e fin da ora la inserisco nel taccuino “rosso” delle promesse da tenere sotto stretto e rigoroso monitoraggio.
Recensione a cura di Marco Aimasso

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