Se dovessi descrivere con una parola i doom/deathster irlandesi Mourning Beloveth probabilmente userei "costanza": siamo infatti già al quarto album in studio e la band non accenna nemmeno per sbaglio a fare un passo falso, non un cedimento di sorta, niente che possa far presagire un calo di ispirazione. E, come avrete capito da questo piccolo preambolo, lo stesso discorso vale anche per questo "A Disease For The Ages" nuovo di zecca che si candida senza dubbio come una tra le migliori uscite del genere dell'anno corrente.
Non è mutato nemmno il trademark dei Mourning Beloveth, che come loro solito propongono una manciata di canzoni da una decina di minuti ciascuna, tuttavia proponendo i cinque episodi più oscuri e pesanti della loro carriera, come preannunciato chiaramente dalla cover. I pezzi si presentano molto lunghi dunque, e di fatto questa loro caratteristica potrebbe essere uno scoglio decisamente ostico da superare per coloro che non sono abituati a composizioni così dilatate; tuttavia le canzoni hanno il grosso pregio di presentare una certa varietà, non riproponendo ostinatamente i soliti tempi rallentati e funerei che spesso costituiscono un difetto in certe uscite doom, alternando passaggi dai toni cupi e spenti a pezzi più movimentati e cadenzati, che tuttavia mantengono un appeal oscuro ed opprimente. Doveroso inoltre menzionare l'eccelso gusto melodico che da sempre ha contraddistinto il doom/death dei Mourning Beloveth, nuovamente ribadito anche in "A Disease For The Ages", grazie all'ottimo lavoro delle chitarre di Brennan e Delaney ed al sempre intrigante gioco di alternanze tra la voce in growl di Moore (decisamente dominante) e le clean vocals di Brennan, che assumono talvolta toni sofferti e toccanti, ma che raggiungono anche picchi di epicità da brividi. La naturale conseguenza è che i pezzi vadano a toccare diverse sfere emozionali, evitando così che il disco suoni troppo piatto o monotematico, ma anzi permettendo di seguire in maniera molto scorrevole (naturalmente dopo alcuni ripetuti ascolti) lo svolgersi dei pezzi. Inutile cercare di indicare quali siano gli highlights di "A Disease For The Ages", ogni pezzo presenta degli elementi che vale la pena ascoltare, e per questo motivo il mio consiglio è quello di ascoltare per intero il disco, lasciando che la magia dei Mourning Beloveth vi entri piano piano nell'anima, per poi non uscire mai più.
Un'altra prova di gran classe da parte di una band immensa che finora si è assestata su livelli ottimi uscita dopo uscita, ed un acquisto obbligatorio per tutti gli amanti del doom/death.
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