Copertina 7

Info

Anno di uscita:2021
Durata:38 min.
Etichetta:Argonauta Records

Tracklist

  1. READ THE SIGNS
  2. SHIVER AND SHAKE
  3. SHOULD WE CARE
  4. I'M HOME
  5. DON'T BE A FOOL
  6. WIND OF HOPE
  7. ENDLESS TIME

Line up

  • Sartez Faraj: guitar, vocals
  • Sam Riffer: bass
  • Fredrik Jansson Punkka: drums

Voto medio utenti

I Wooden Fields sono una sorta di piccolo supergruppo underground svedese, in ambito retrò-hard rock. Nella formazione troviamo infatti tre grandi veterani della scena: il chitarrista/cantante Sartez Faraj (ex-Siena Root, oggi nei Three Seasons e nei Mouth of Clay), il bassista Sam Riffer (storico fondatore dei Siena Root) ed il batterista Fredrik Punkka (già con Witchcraft, Angel Witch e svariate altre collaborazioni). Tre musicisti che hanno sempre propugnato uno stile rock molto classic-seventies, fatto di ritmiche calde e avvolgenti, grandi assoli turbinosi, pennellate psycho-bluesy e buon feeling melodico. Un pò Deep Purple, un pò Mountain, ma in versione più jammistica e stonerizzata secondo l'interpretazione del nuovo millennio.
Questo è quanto troviamo nel presente album d'esordio omonimo, che ricorda in maniera decisa il sound più congeniale e sperimentato dal trio.
Sette brani che ben figurerebbero in un lavoro dei Siena Root: estese cavalcate chitarristiche dal tono avvolgente che si aprono a momenti morbidi e trasognati dal retrogusto acido. Le emozioni della musica anni 70 vengono recuperate in modo perfetto e non ci potremmo attendere di meno da musicisti così esperti.
Nella prima parte della scaletta sono concentrati i pezzi più brevi ed incalzanti: "Read the signs" è un up-tempo robusto dal groove immediato, una bella botta stradaiola ideale per scaldare il pubblico all'inizio dei concerti (sul genere Spiritual Beggars), mentre la wha-guitar di "Shiver and shake" ci trascina nell'hard-blues vibrante di Hendrix e dei Cream, un tuffo nel passato alle origini del rock puro ed incontaminato. Infine "Should we care" possiede un retrogusto maggiormente notturno abbinato a sfumature catchy-radiofoniche che la calda e pacata voce di Faraj riesce ad esaltare bene.
Poi i Wooden Fields passano ad esprimere l'attitudine free-form che è peculiare nella loro storia artistica, con quattro brani tutti intorno ai sei minuti di durata. "I'm home" ha il passo galoppante dell'hard più tradizionale, con un drumming davvero brillante di Punkka e le svisate solistiche di Sartez, invece "Don't be a fool" è un lentaccio molto blues che certamente non sorprende ma risulta assai curato nei dettagli. Molto più dinamica la seguente "Wind of hope", che esibisce la consueta patina vintage ma la attualizza grazie ad un'energia heavy piuttosto pronunciata. Buon mood melodico che si dilata in un trip lisergico sulle note del solismo fecondo della chitarra. Psichedelia hard di splendida fattura.
Chiude il lavoro "Endless time", un altro slow di atmosfera (all'inizio ci sento echi dei primi Scorpions, tipo "Wind of changes") che si impenna nel ritornello ed inserisce buoni assoli limpidi e appassionati fino a trasformarsi in un deliquio acid-rock, per ritornare poi al tema romantico di partenza. Non male, ma tutto sommato una canzone di maniera.
Il disco è interessante, ben suonato e interpretato (e ci mancherebbe, visti i protagonisti...), però risente in maniera evidente delle passate esperienze del trio. Diciamo che i Wooden Fields sono andati sul sicuro, replicando lo stile a loro più adatto. Manca qualche guizzo di novità e le canzoni, pur solide e ben sviluppate, veicolano una sensazione di già sentito. Se amate la musica dei Siena Root e dei Three Seasons, si tratta di un lavoro ritagliato su di voi. Ma la prossima volta è lecito attendersi qualcosa di maggiormente ambizioso, se il progetto proseguirà il suo cammino.

Ultime opinioni dei lettori

Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?

Ultimi commenti dei lettori

Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?
Queste informazioni possono essere state inserite da utenti in maniera non controllata. Lo staff di Metal.it non si assume alcuna responsabilità riguardante la loro validità o correttezza.