Avevo 16 anni in quel lontano 1991 e quel sabato pomeriggio come ero solito fare me ne andavo a Revolver, noto negozio romano di dischi, per fare acquisti ed iniziare faticosamente la mia cultura metallica…tutto ad un tratto vengo attratto da una cassettina demo con una copertina incasinatissima in bianco e nero…”Voci dall’Oltrechiavica”, questo il titolo, era stato recensito in termini entusiastici da HM, se non sbaglio dal leggendario Max Cottica, e per sole 3.000 lire perché non farlo mio? Era cominciata la magia, ero entrato nella dimensione anale ed oggi, a quasi 28 anni, ne sono ancora dentro. Come dimenticare le magiche notti al Circolo degli Artisti, il mega concertone estivo al Castello in cui realizzai un’enorme patente rosa con sopra la foto del Mentulatore, gli esami di maturità preparati con “Non so nemmanco un cazzo” in sottofondo e tutte le vacanze estive scandite dalle risate e dalle cazzate dei Prophilax. Insomma, i Prophilax sono parte della mia adolescenza e saperli tornati in POMPA magna dopo anni di silenzio non può che farmi felice. Dopo il triste “Under Cool”, pieno di spunti interessanti ma falcidiato dalla censura che si abbattè sui loro testi, svilendone completamente il significato, ero un po’ preoccupato per questo “Il Quinto Escremento”, annunciato da 3 anni (ed io come uno stronzo imboccavo tutte le volte) ma è bastato il primo ascolto a spazzare via ogni dubbio. Sono tornati i Prophilax e lo hanno fatto davvero alla grande. Un libretto IMMENSO, sia per le numerose pagine che per le idiozie partorite da quel pazzo di Fabio “Ceppaflex” Pinci, fa da preludio da un disco che davvero non mi aspettavo: non solo si rimane spiazzati a causa di un suono davvero professionale, lontanissimo da quella chiavica che li ha sempre accompagnati, ma dalla qualità dei brani proposti dalla band. Dissacranti come sempre, inframezzati dagli immancabili siparietti comici, i ben quindici pezzi proposti travolgono l’ascoltatore con la loro ilarità di sempre, accompagnata da un sempre più elevato livello tecnico dimostrato con sapienza durante tutto il disco, ma mai anteposto al reale intento delle canzoni, ovvero quello di far ridere a crepapelle. Unico difetto, l’eccessiva durata del cd (77 minuti di cazzi mica sono facili a digerire hehe…) causata anche da 3 brani un po’ sottotono ed evitabili come “Anal Food”, “Ospedanal” e “Annamo al Mare”. Per il resto, il tronfo del porno rock, tra brani thrash come “Mano”, hit come “Don Mignotte”, ballad come “Abbasta che Respireno” e “Viva la Fica” e pure la suite prog finale “Trombopolis”, la “Metropolis” dei Prophilax. Brani assolutamente esilaranti come “Mongolius”, dedicata a tutti i fanatici dei cartoni giapponesi di robottoni, e “Treni del Cazzo” valgono da soli l’acquisto del cd, peraltro venduto a soli 13 euro.
La magia continua, finche ci saranno i Prophilax ci sarà sempre una Dora che ce la darà…(se, come no ahhaah!!!!)
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