Prendi tre pezzi grossi del metal tedesco ed europeo in genere, prendi un bisogno quasi viscerale di tornare a far danni con un bel metal potente e succoso... aggiungici che gli
Stratovarius si sono sciolti, ed ecco che Jorg Michael si rimette a suonare con Schmier e Schmuddel, e, a 14 anni dall'ultimo album, tornano gli
Headhunter!
Il nuovo
"Parasite of Society" è, a mio avviso, definibile con un aggettivo, che però rischia di essere frainteso. Si, perchè questo è un disco
IGNORANTE. Ignorante, però, solo nel senso che è un disco che se ne frega bellamente di trend, mode, mainstream, per pestare duro l'acceleratore su un power tiratissimo, a volte mezzo imparentato con certo thrash spaccaossa.
Il succo, insomma, è che
"Parasite of Society" è un disco che piacera molto ai fans più intransigenti. Qui di Stratovarius non ce n'è nemmeno l'ombra, e le 12 songs, o quasi tutte, tirano cazzotti in faccia a ripetizione. La prova di "Destruction"
Schmier, peraltro, è più che convincente, come sempre, se non fosse che alcune songs peccano un pò troppo di banalità, abbassando il livello complessivo di un album comunque onesto e molto bello.
Apre le danze, dopo una breve intro davvero gustosa (non vi rovino la sorpresa...) una doppietta potentissima, affidata a
"Parasite of Society" e
"Silverskull", due pezzi stupendi, dalla botta assicurata. Le casse del vostro impianto hi-fi coleranno Gloria, e Jorg sembra davvero in splendida forma. Peccato che, di lì a poco, arrivino tracce trascurabili o bruttine, come
"Remission", "Doomsday for the Prayer", che, seppur velocissima e aggressiva, mi sembra mancare di quel quid che la possa distinguere dalla massa. La vera sorpresa, e lascio a voi decidere se positiva o meno, arriva invece a traccia 6: i nostri decidono di coverizzare nientemeno chye
"18 and Life" degli
Skid Row! Ora, a parte che lo stile è completamente diverso, e che questa è una versione "ingrossata", molto più pesante dell'originale, la voce di Schmier non sembra calzare con le linee vocali del grande Sebastian Bach.... Mah, a chi ascolterà l'ardua sentenza... Peraltro, questo è uno dei brani ascoltabili direttamente sul
myspace della band.
Tutto il resto, come dice l'immortale Califfo, è noia: la seconda metà del disco si trascina tra brani convincenti, come "Read my Lips" (gran testo!), e un'altra manciata di songs un pò fini a se stesse, che nulla aggiungono o tolgono alla cifra artistica di questo album.
Un album, dunque, che mi sento sicuramente di consigliare ai fans del genere, ma che non grida al miracolo, seppur di urla in questo disco ce ne siano, e parecchie!
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