Copertina 7,5

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2008
Durata:43 min.
Etichetta:Funeral Records

Tracklist

  1. SANCTA SANCTORUM
  2. NINE SHADOWS BEHIND THE TEMPLE
  3. WAITING FOR A GOD'S SIGN
  4. ET IN ARCADIA EGO
  5. THE KNIGHT'S DREAM
  6. WHAT MAGIC IS, WHAT ARE THE PARTS THEREOF, AND HOW THE PROFESSORS THEREOF MUST BE QUALIFIED
  7. IN LODE DE L’ASINO
  8. LIBELLUS VENERIS NIGRO SACER

Line up

  • Count David: all instruments

Voto medio utenti

Seconda uscita per il progetto solista di Count David (Eneth, Dolcinian e Fourth Monarchy) L'Ordre du Temple, che segue allo split CD (in comune con Ringwraith e Teuta) "Tripudium" (2006).
Atmosfere che rimandano agli esordi degli Empyrium come ai Summoning ed ai Crown Of Autumn, e che si sviluppano su un contesto lirico incentrato sulla figura dei Cavalieri Templari anche se nelle ultime tre composizioni sono riportati dei versi di Cornelio Agrippa, Giordano Bruno e John Dee.
Dopo le melodie ipnotiche, di "Sancta Sanctorum" e di "Nine Shadows Behind the Temple" (quest'ultima punteggiata da uno screaming sussurrato e melanconico), ecco che "Waiting for a God's Sign", come pure (sebbene in misura minore) "Et In Arcadia Ego" e "The Knight's Dream", svelano l'anima Folk dei L'Ordre du Temple, a privilegiare sonorità mediovaleggianti rispetto a quell'approccio aggressivo e brutale, che in realtà fa capolino solo con il cantato sofferto presente sulle appena citate "Et In Arcadia Ego" e "The Knight's Dream".
Gli ultimi tre pezzi erano già presenti sul precedente "Tripudium", ed ora vengono riproposti e raccolti sotto la "Haeretica Trilogia", composizioni forse più grezze e Black oriented, senza che questo venga ad alterarne il sound e quel feeling evocativo che si sono venuti a creare nella prima parte del CD. Si susseguono così, via via, l'ipnotica "What Magic Is, What Are The Parts Thereof, And How The Professors Thereof Must Be Qualified", le atmosfere medioevaleggianti di "In Lode De L’Asino" e la più cruda "Libellus Veneris Nigro Sacer", che chiude l'album.
Certamente si è di fronte ad un lavoro di nicchia, ma in grado di catturare ulteriori attenzioni, grazie alle buone idee che Count David ha saputo concretizzare, e non solo per quanto riguarda l'aspetto prettamente musicale, dato l'alto livello raggiunto a livello di artwork, con il dischetto racchiuso in un elegante digipack in formato A5.
Recensione a cura di Sergio 'Ermo' Rapetti

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