Tornano i puri del southern rock. Immobili dentro una bolla temporale fatta di boogie, whiskey e bandiere confederate. Veri e forse unici alfieri della tradizione sudista, dopo essersi abbeverati per anni alla fonte delle indimenticate rock-band settantiane oggi sono loro stessi ad essere omaggiati e riveriti dalle nuove leve del Sud che imbastardiscono le melodie degli Allman con il muro di suono stoner. Un’icona da esibire come simbolo di coerenza, costanza e totale dedizione alla conservazione di uno stile musicale. Eppure questo “Pronounced..” è soltanto il sesto lavoro da studio, seguito dell’acclamato “The dealer” che aveva riportato gloria ed entusiasmo nella band dopo il non felice periodo delle majors. Considerando copertina e titolo (non eccelso..) i superficiali parleranno di venerazione e riciclo dei Lynyrd Skynyrd, mentre questa volta si tratta più di iconografia che di reale ispirazione musicale. I Raging Slab scelgono di mostrare un profilo diverso, meno aggressivo e maggiormente intimista, un passo volutamente pigro e talvolta sognante e malinconico, in pratica rinunciano con coraggio e spirito ribelle a produrre un “The dealer part 2”. Certo vi sono ancora brucianti boogie-rock spessi e robusti che fanno scuotere le ossa (“Boogalooser”,”Chrome”,”Never never know”), ma nel momento in cui tante nuove formazioni cercano di ricopiare “Free bird” Strzempka e compagni rinnovano invece la lezione degli inossidabili ZZTop con morbidi ed affascinanti rock-blues nati dalla illuminante capacità di scrivere canzoni per l’anima e non solo per i muscoli. Così i migliori momenti del disco diventano i pastosi e sofferti slow quali “Black bell”,”For what you’re worth” o “Ruby”, in memoria della cantante dei Black Oak Arkansas, Ruby Starr. Brani semplici ed intensi che vedono protagoniste in ugual misura la lead cristallina del leader e la torrida slide della sua compagna Elyse Steinman, la quale esibisce anche la propria voce sensuale e ruvida nella umorale country-ballad “Bury me deep”, uno dei passaggi più toccanti del cd. Nel complesso è un disco inadatto a sbatacchiare le folte chiome, dato che punta a colpire ben altre corde molto più sensibili di chi ama la grande musica rock a tutto tondo. ZZTop, Gov’t Mule, Groundhogs, e tutto il vecchio southern imbevuto di blues i punti di riferimento usati dai Raging Slab per un lavoro limpido e personale. Ad un profano del settore che volesse conoscere il gruppo consiglierei il grintoso disco precedente, ma “Pronounced eat-shit” farà gioire al massimo chi vive questo stile fin dalla notte dei tempi.
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