Generalmente apprezzo il Viking/Pagan Metal, però nei casi in cui sia concepito con un minimo di criterio, quando soprattutto evita di ridursi al mediocre sempre nei soliti clichè, ma anche quando non diventa prolisso e sempre uguale a se stesso. Questi esordienti Finsterforst praticamente sono l'esatto opposto di quanto scritto da me ad inizio recensione, sono ragazzi che con gli strumenti ci sanno fare sicuramente, ma è con le idee che scarseggiano. In ogni caso il difetto più grande di Weltenkraft, e che alla fine risulta il punto più debole è l'estrema lunghezza complessiva, poichè 76 minuti così omogenei sono difficili da digerire. Spesso durante l'ascolto si avverte la strana sensazione che molte trovate si ripetano in maniera latente, creando un fastidioso senso di immoblità. Fra ritmiche sostenute, riffs che sanno soltanto di accompagnamento ritmico poveri come sono di idee e arrangiamenti sentiti e risentiti centinaia di volte c'è poco da salvare qui dentro. Come già detto nessuno mette in dubbio le loro capacità di esecutori, ma un album ha bisogno anche di altro, di ispirazione, insomma deve comunicare qualcosa. Qui purtroppo di fantasia non ne perviene molta.
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