Di certo uno dei gruppi di punta della scena metal canadese, i Kataklysm di Maurizio Iacono tornano alla ribalta dopo quattro anni dall'ultimo "In The Arms Of Devastation" con un nuovo lavoro dal titolo "Prevail". Innanzitutto va sottolineato come il death metal della band abbia subito nel corso degli anni una costante debrutalizzazione ed un conseguente avvicinamento alla melodia che da sempre contraddistingue il death confezionato in Europa. In questo senso, il novello pargolo dei Kataklysm prosegue sulla scia di "In The Arms Of Devastation", con una proposta musicale in linea con quanto già fatto dalla band in passato. Il death metal dei canadesi è quindi come sempre molto compatto, quadrato, a tratti marziale, sostenuto egregiamente dal lavoro dietro alle pelli di Martin Maurais, a sua volta ben accompagnato dal lavoro di chitarra di Jean-François Dagenais, il quale mostra di apprezzare il death proveniente dal Vecchio Continente. I pezzi sono forti di un certo gusto melodico, pur non denigrando un certo impatto, che li rende accattivanti, soprattutto nei ritornelli. Canzoni come "Prevail", "The Chains Of Power", "Breath To Dominate" o la possente "Blood In Heaven" (che rimanda per certi versi ai lentoni dei Children Of Bodom quali "Angels Don't Kill") possono sicuramente piacere anche a chi il death "puro" non lo mastica affatto e danno comunque una certa soddisfazione anche alle orecchie più navigate. Tuttavia un grosso punto che gioca a sfavore del disco è dato dall'eccessiva insistenza sui mid-tempos che hanno fatto le fortune del gruppo, ma che se portate avanti in maniera sistematica per tutti, o quasi, i 45 minuti di "Prevail" finisce con il risultare troppo monotona e spossante. Di certo una presenza di parti maggiormente incalzanti ed aggressive avrebbe snellito l'ascolto dell'album, che in ogni caso si lascia gustare senza troppi problemi, poichè comunque le canzoni possono fare affidamento su un giusto equilibrio di melodia e cattiveria.
In buona sostanza, siamo di fronte ad un disco che si assesta su buoni livelli, gli stessi a cui i Kataklysm ci hanno ormai abituati dai tempi di "Shadows And Dust". Nulla di nuovo sotto il sole insomma, ma i fans della band non avranno di certo nulla per cui lamentarsi.
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