Sinew - The Beauty Of Contrast

Copertina 6,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:52 min.
Etichetta:Alvaran Records
Distribuzione:Andromeda

Tracklist

  1. THE ALLEGORY OF THE CAVE
  2. EIDOLON
  3. ONE DROP
  4. DYSTOPIA
  5. THE PASSAGE
  6. BOILING WATER AT 70°C
  7. PRE-VISION
  8. PRE-EXISTECE
  9. SIN NADA DE NADA
  10. CHARGING LOKI
  11. CONTRAST
  12. LOST/FOUND

Line up

  • Sascha Junker: vocals, keyboards, percussion
  • Andreas Mette: guitar, keyboards
  • Sotirios Kelekidis: bass
  • Sascha Christ: drums, samples

Voto medio utenti

Debut album per questo quartetto teutonico dedito a un misturone di tutto quello che va in ambito alternative rock. Parliamo, in ordine di riscontrabilità, di influenze dei Dredg, dei Tool, dei Muse, dei Porcupine Tree, dei 30 Seconds To Mars e anche, in misura molto minore dei System Of A Down. Il tutto unito a un pochino di personalità e parecchia bravura nell'unire coerentemente tutte queste influenze.

Il disco è praticamente già spiegato, chiunque conosca le band sopraelencate sa cosa aspettarsi, un disco che punta molto sulle atmosfere senza disdegnare approcci più progressivi e costruiti. Le canzoni sono tutte abbastanza piacevoli, forse peccano leggermente di ruffianaggine nei ritornelli, ma per il resto si fanno ascoltare. E i musicisti hanno una discreta perizia tecnica. In particolare il cantante è molto abile nel variare tra svariati stili vocali (incluso una specie di growl). Il problema è proprio quello della poca originalità della proposta, a maggior ragione quando il gruppo forgia l'etichetta "Cinemascopic Alternative Rock" per descrivere la propria proposta. Prima di coniare in modo autocelebrativo un'etichetta simile sarebbe anche opportuno prima pensare ad avere una proposta effettivamente originale che non ricada in quelle già esistenti. Vedete quali sono le conseguenze dell'aver preso in giro i Rhapsody (Of Fire) quando se ne sono usciti con l'etichetta "Symphonic Hollywood Epic Metal"?

Sarebbe interessante avere l'opportunità di analizzare anche il lato lirico della proposta visto che, anche solo leggendo i titoli delle canzoni, le tematiche trattate sono abbastanza elevate, a partire dall'opener evocante l'allegoria della caverna di platoniana memoria. A questo proposito però non bisogna nemmeno esagerare: avete mai letto un titolo più ridicolo di "Boiling Water At 70°C"? Mi immagino il gruppo che dopo averlo letto su "Fisica For Dummies" si è esaltato e ha deciso di intitolarci una strumentale.

Tirando le somme questo è un album totalmente privo di originalità ma comunque fatto con un certo mestiere, penalizzato principalmente da quella sensazione sgradevole di già sentito. Questo album merita una sufficienza ampia, sperando che migliorino acquistando una personalità più marcata.
Recensione a cura di Massimiliano 'Maxowar' Barbieri

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