Nonostante sia un genere che da anni arranca un po’, il black metal continua inarrestabile la sua corsa con decine di cd sfornati ogni giorno… quanti di questi siano poi realmente validi è assolutamente sindacabile… fatto sta che per fortuna, di tanto in tanto, c’è qualche band che ancora riesce a distinguersi e a sfornare album degni di nota.
È il caso, per esempio, di questi Blackwinds, band avvolta da un discreto alone di mistero. Di loro si sa soltanto che sono svedesi e che sono legati ai Setherial in quanto condividono alcuni membri. Ma a noi in realtà poco importa di sapere altro, quello che conta è la musica, e devo ammettere che questo “Flesh Inferno” si fa ascoltare con un certo interesse. Intanto la prima particolarità è che pur essendo svedesi i Blackwinds si discostano un po’ dal filone principale della loro terra natia. Niente sfuriate in stile Marduk/Dark Funeral, per intenderci, ma un black più morboso, ragionato e claustrofobico, con forti richiami allo stile norvegese. Molti sono infatti i mid tempo presenti nel cd e più di una volta, per alcune atmosfere malate costruite, vengono alla mente i Watain. Ottimi anche i break che di tanto in tanto spezzano la tensione con partiture molto epiche e penetranti. Queste in sintesi le particolarità del cd.
Andando un po’ più nello specifico, ci troviamo di fronte ad un black metal molto acido e maligno, con brani costruiti secondo un certo filo logico, e tra questi segnalerei, per farvi bene un’idea di quello che sto dicendo, la titletrack e “Inquisition”, che dopo un inizio atmosferico esplode in tutta la sua violenza. Unico piccolo neo che posso segnalare è che spesso i brani sono un po’ troppo prolissi. Se fossero stati snelliti un po’ il risultato finale ne avrebbe senz’altro giovato, in quanto capita, durante l’ascolto, di soffrire un po’ e chiedersi quando finirà il brano. Ma queste in realtà sono piccolezze dovute più che altro al gusto personale di chi ascolta.
Detto, infine, che la produzione è decisamente buona, trattandosi di un disco black, con suoni definiti ma al tempo stesso “marci”, non mi resta molto da aggiungere, se non sottolineare l’ottimo lavoro di Lord Mysteriis dietro le pelli, specie per quanto riguarda l’uso della doppia cassa. Certo “Flesh Inferno” è un disco abbastanza di nicchia. Se non siete avvezzi alle sonorità black più oltranziste non penso che potrete apprezzare un disco del genere. Se però siete amanti della nera fiamma non potete lasciarvi sfuggire un cd che, nel 2008, riesce a suonare fresco e con delle idee, sicuramente derivative in più di un punto, ma anche di valore. Insomma, nel calderone black metal l’ultima fatica dei Blackwinds riesce a brillare anche di luce propria, e questo ai giorni nostri non è cosa da poco.
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