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Cryptopsy sono maestri nel dominare la furia distruttiva che sprigionano sia su disco che live, questo è un dato di fatto.
E anche questo nuovo lavoro del sestetto canadese (una squadra di calcetto insomma) ne è la riprova.
Tutto è al proprio posto: La tecnica disumana c'è, i brani in continua evoluzione anche, una bella copertina e 47 minuti e 10 secondi di durata pure.
Tuttavia c'è qualcosa che non quadra. Quel qualcosa che va ricercato nelle doti canore del nuovo cantante (
Matt McGachy) assolutamente fuori posto in un gruppo come i Cryptopsy. Sarebbe come far cantare Jonathan Davis (Korn) nei Cannibal Corpse.
Chi si era abitutato al cantato isterico ed incompresibile di Dan Greening (aka
Lord Worm, ora esimio professore di lingua inglese per immigrati in Canada) rimarrà assolutamente deluso.
La stessa delusione provata quando ho avuto modo di ascoltare i nuovi brani su quell' universo parallelo che risponde al nome di Myspace.
Le composizioni tutto sommato girano bene, purtroppo pero' sembrano state private di qualcosa per lasciare maggior spazio alla voce ovviamente piu' "melodica" e compresibile che influenza anche alcune scelte stilistiche tutto sommato forzate.
L'album, nonostante la velocità sostenuta, potrebbe piacere di piu' a chi ascolta tutto quello che finisce in "core" piuttosto a chi ascolta tutto quello che finisce in "metal"
Ascoltare i vocalizzi alla Mike Patton (il geniale cantante dei Faith No More/Mr Bungle/Fantomas etc...) su strutture sparate alla velocità della luce che all' improvviso s'ammorbidiscono senza soluzione di continuità ("Bound Dead", 10° brano dell'album ne è la riprova), fa decisamente storcere il naso o peggio ancora, smettere l'ascolto dopo pochi brani. Le due cose sembrano viaggiare su rette parallele che non si incontrano -o per meglio dire- musica e voce non camminano mano nella mano.
I Cryptopsy questa volta compiono un mezzo passo falso che li allontanerà da chi li segue (e apprezza) sin dal lontano 1994 ("Blasphemy Made Flesh") ma paradossalmente li farà apprezzare alle nuove leve di nero vestite alle prese con sonorità piu' grandi di loro.
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