A giorni si saprà se Keith Caputo prenderà effettivamente il posto di Scott Weiland nei Velvet Revolver, come sostengono i numerosi rumors che si sono susseguiti nel corso degli ultimi mesi.
Nell'attesa di conoscere la veridicità di tali voci, il buon Keith torna sul mercato col suo nuovo disco solista, il quarto della sua carriera ed il primo dalla recente reunion coi Life of Agony. In realtà il precedente disco, “Hearts Blood On Your Dawn”, non è mai stato pubblicato da alcuna etichetta, ma era soltanto acquistabile alle date dal vivo del singer di evidenti origini italo-americane; il nuovo “A Fondness for Hometown Scars” è invece il frutto dell'accordo discografico che Caputo ha firmato con la Suburban Records, e così come era accaduto per i precedenti episodi della sua carriera solista, è un album che prende le distanze in maniera abbastanza marcata dal sound dei Life of Agony: un Alternative Rock dalle evidenti sfumature grunge, molto intimista e cupo, quasi interamente caratterizzato da sonorità acustiche, con testi e linee vocali intrisi di tristezza e malinconia, che soltanto in pochi momenti lasciano spazio a sonorità più ficcanti ed aggressive. Circondato da una line-up di eccellenti professionisti ed ospiti di nobile pedigree (tra cui Flea dei Red Hot Chili Peppers in veste di trombettista), Caputo si rende protagonista di una solida performance e riesce davvero ad arrivare al cuore dell'ascoltatore, sfruttando suo malgrado nel migliore dei modi la pesante eredità di una giovinezza che per Caputo è stata tutt'altro che semplice.
“A Fondness for Hometown Scars” non è ovviamente un disco particolarmente innovativo, ma un prodotto ben confezionato e sicuramente incisivo, in grado di soddisfare gli appassionati di queste sonorità. Keith Caputo è un ottimo cantante ed un songwriter tutt'altro che banale, e questo disco ne è l'ennesima conferma.
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