Uno dei dischi più attesi dell'anno si è fatto annunciare a suon di liti, dichiarazioni, battibecchi su forums, atti legali e chi più ne ha più ne metta. Una serie di episodi che, di certo, hanno fatto il gioco di
Timo Tolkki, storico chitarrista e fondatore degli
Stratovarius che, da tutta questa vicenda, ne avrà sicuramente ricavato una enorme esposizione pubblicitaria.
(Per chi non sapesse di cosa stiamo parlando, vada pure a dare un'occhiata alle news delle ultime settimane, non si parla d'altro! ndr) E così, dopo aver sciolto la band "madre", e dopo tutto il casino che ne è seguito (e che ancora ne seguirà, statene certi), il buon Timo si rimette al lavoro, su un disco che doveva proprio essere il prossimo degli Strato.... Ma tant'è, le cose cambiano, e così quello che doveva essere il titolo diventa il monicker della nuova band:
Revolution Renaissance, per l'appunto. Una band che assume la sua forma definitiva solo oggi, in quanto i musicisti coinvolti nel disco sono solo "in prestito" per la registrazione di brani già scritti da molto tempo. E così, accanto a musicisti di tutto rispetto della scena heavy/power europea, il buon Timone si serve di tre tra le voci più caratteristiche e moderne del suo ambito musicale:
Tobias Sammet, prolifico cantante/chitarrista/compositore di
Edguy e
Avantasia;
Pasi Rantanen, potentissima ugola dei
Thunderstone; e, dulcis in fundo, un 'tale'
Mikael Kiske, voce storica degli
Helloween, che ormai, facesse un disco di scoregge, farebbe comunque gridare al miracolo
(ascoltare l'ultimo lavoro solista per conferma.... ndr).
Il risultato?
"New Era" è un bel disco, suonato e cantato molto bene, in cui le canzoni si susseguono dividendosi adeguatamente le parti veloci, i momenti melodici, ruotando fondamentalmente attorno ad un heavy metal molto, ma molto canonico, che di certo non fa gridare al miracolo, ma che, di contro, non rischia di deludere, se non per la sua estrema prevedibilità. Se fosse un disco di una band qualsiasi, lo liquiderei con un voto d sufficienza e amen, ma qui, giocoforza, la questione va approfondita.
"Heroes", primo e veloce brano del disco, è una gran bella canzone, con un Tobias Sammet ispirato, ed uno speed tempo trascinante e molto 'Strato' a sostenere la linea vocale. Scontato, ma bellissimo. La seconda
"I did it my way" si presenta come un mid-tempo metal molto standard, se non fosse per la superba voce di Kiske, che, come un novello re Mida, trasforma in oro tutto ciò che canta. E così, vi accorgerete che, per tutta la durata del disco, le tracce cantate da Mikael risulteranno le più convincenti, come la dolce
"Angel", la lenta e stupenda
"Keep the Flame Alive" (che mi ricorda in maniera incredibilmente vivida "We got the Right" nella sua parte iniziale),
"Last Night on Earth", forse la più bella del lotto, che davvero porta il giglio degli Stratovarius stampigliato sulla fronte.... Forse, in fondo, non è neanche un caso che il buon Timo abbia affidato i suoi brani più convincenti ad una delle leggende del metal, il tutto andrà sicuramente a valorizzare un lavoro che, siamo onesti, non farebbe poi così tanto balzare dalla sedia.
Ma tant'è, Timo Tolkki si dice finalmente entusiasta di questa sua rinascita; la sua band, peraltro, sta finalmente assumendo una line-up definitiva, con la quale inizieranno a brevissimo gli shows (anche tre in Italia,
stay tuned), e con la quale procederà alla stesura dei brani per il secondo lavoro, in fondo il primo
originale. E, se anche voi amate la piega 'gossip' che l'intera faccenda Stratovarius ha creato, pazientate ancora poco, perchè il nostro Staff sta intervistando l'omone finlandese, troverete l'intervista molto presto su questi bytes...
Tiriamo le somme:
"New Era" è il figlio illegittimo di una relazione ormai finita; affidato al padre, il bambino muoverà di certo i suo primi, timidi passi in un mondo che i suoi genitori conoscono a menadito. Tanti giri di parole, insomma, per dirvi che questo disco è carino e piacevole, non molto di più, anche se, in casi come questi, è più il valore aggiunto, che quello intrinseco.