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Death Riders avranno pure perso per strada il chitarrista Fabiano Pietrini e pertanto anche quella caratteristica delle tre chitarre in formazione che li contraddistingueva sin dai loro primi passi, testimoniati da ben tre demo, ma di certo non hanno smarrito la retta via.
Il loro nuovo lavoro "Inner Synthesis", infatti, conferma tutte le sfaccettature che affioravano dai quattro brani del precedente "When Everything Lies", ed allo stesso tempo mostra anche un deciso miglioramento da parte del cantante Valerio Gaoni, il quale in quest'occasione allontana tutte le perplessità che aveva fatto sollevare all'epoca della precedente uscita.
Musicalmente le nuove composizioni sembrano puntare con maggior decisione verso soluzioni di stampo Progressive, subito richiamate dall'opener, la strumentale "Inner Snythesis", come pure dalla successiva "Ira", dove le ritmiche si fanno più serrate e nella quale i Death Riders convogliano svariate influenze Power, Thrash, Death e Prog, abbinandole al discreto lavoro svolto a livello di cori ed a quello delle chitarre di Marco Monacelli e di Francesco Pellegrini. Non sempre però il tutto scorre fluido come dovrebbe e credo che la supervisione di una "mano esterna" sarebbe di grande aiuto alla band. E se potrebbe farne a meno la seguente "Far Away", dal bel tocco melodico e dalle interessanti fughe strumentali, questo supporto gioverebbe invece alla ritmata e veloce "Hidden Force", caratterizzata dalla varietà nell'approccio vocale, con insistiti passaggi in growling, come pure alla conclusiva "Damnation Dawn", più vicina al Power Metal, sia a quello "Made in Italy" sia a quello legato a sonorità più attuali e moderne.
Ancora qualche tassello da mettere al posto giusto ed i Death Riders potrebbero essere pronti per l'esordio sulla lunga distanza.
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