I
Disturbed mettono d'accordo tutti e spaccano i fans allo stesso tempo. I Disturbed sono anche dei gran paraculi, per usare un termine tecnico, e ogni tre anni danno alle stampe un disco sempre più esperto, più maturo, sicuramente meno spontaneo di quel "
The Sickness" che nel 2000 sconquassò il panorama nu-metal (o alternative rock, come volete voi) con la freschezza di una band apparsa subito nettamente superiore alle altre in fase di songwriting, ma senza dubbio con una sicurezza di saper farcire l'album di riffs convincenti, di linee vocali dannatamente catchy, di ritmiche con un groove pazzesco, che conquistano sin dal primissimo ascolto, sin dalla title-track posta come opener che chiarisce sin dall'inizio il percorso di "
Indestructible".
Cosa è cambiato rispetto al passato? Dire "niente" sarebbe un po' ingeneroso, però è certo che la band non ha più voglia di rischiare e non si vede la ragione per la quale dovrebbe farlo, dato che ormai viaggia su altissimi livelli anche se con il pilota automatico. E' anche vero che la band cura oggi dei particolari che in passato erano lasciati un po' in secondo piano, la struttura dei brani, l'incedere, l'amalgama dei suoni è portato a livello maniacale, il tutto supportato da una produzione letteralmente clamorosa, bilanciata e potente come raramente avviene anche da parte di chi dispone di budget praticamente infiniti.
Anche gli assoli, un tempo lasciati un po' al caso, sono curati molto più che in passato e completano molto meglio ogni brano, dando un senso di definitivo che a volte scarseggiava.
Indubbiamente il carisma vocale di
David Draiman è il punto forte della band che sfrutta a pieno questo vantaggio, pur non scadendo mai nella soluzione tanto cara all'arido metalcore di oggi "strofa urlata senza senso --> chorus in clean vocals zuccheroso e melenso all'inverosimile", dimostrando anche in questo caso un'esperienza ed un modus operandi nettamente superiori alla media.
Qualche brano un po' sottotono (tipo "
Perfect Insanity" ed "
Enough") ed una generale ma inevitabile sensazione di ripetitività tra un brano e l'altro provano a minare il risultato generale di un "Indestructible" che può contare su una solidità di base impressionante, e su alcune punte di estremo valore come la title track, "
Deceiver", "
The Night" e "
Torn", giusto per citarne qualcuna, ma da pescare ce ne sono parecchie.
Un ottimo disco per una delle pochissime band attuali che riesce a mettere d'accordo un po' tutte le frange del variegato panorama del "metallaro"odierno.