Copertina 7,5

Info

Anno di uscita:2012
Durata:49 min.
Etichetta:AFM Records

Tracklist

  1. WAR IS MY WAY
  2. UNSCARRED
  3. THE CROSS
  4. CUT IT OUT
  5. BLACK FLAG
  6. PRIVATE HELL
  7. 12 ANGELS
  8. ENEMY
  9. FUCK YOUR GOD
  10. NEVER SURRENDER
  11. SICK LOVE
  12. FEEL LIKE THIS
  13. KILL IT
  14. THE PRETEDER

Line up

  • Zoltán Farkas: vocals, guitars
  • Michael Rank: guitars
  • Szabolcs Murvai: bass
  • Robert Jaksa: drums

Voto medio utenti

L’ultimo disco degli Ektomorf che ho ascoltato è stato “Outcast” nel 2006, da allora li ho persi di vista, ma la band non ha certo smesso di fare dischi, dando alle stampe di tutto di più, in un carriera tanto prolifica quanto impersonale.
Nel 2012 gli Ektomorf continuano a citare (eufemismo) i loro miti Sepultura/Soulfly, continuando a suonare nu metal come lo si suonava 10 anni fa, la qual cosa per alcuni potrebbe essere un pregio.
Bando alle ciance, se vogliamo valutare questo disco basandoci sulla personalità, sull’originalità e sul contributo che potrebbe dare al nostro genere preferito, allora faccio primo a mettergli un bel 3 e chiudere qui la rece.
Per fortuna la musica è anche intrattenimento, e quando è suonata con passione e convinzione, tutte qualità che Max Cavalera, giusto per insultarlo, ha perso ormai da anni, allora si può dare alle stampe un dischetto pesante, incazzato, con discrete botte di adrenalina. Quand’è così chissenefotte dell’originalità? Come se, oggi come oggi, non ci fosse bisogno di una versione modernizzata di “Chaos A.D.”.
L’iniziale “War Is My Way” cita a piene mani, nei mid tempos di chitarra, “Territory”. E andando oltre si potrebbe continuare all’infinito nel rinvenire citazioni (e scopiazzature).
Ormai gli Ektomorf ci sono e ce li dobbiamo tenere, un po’ come le tasse, però se invece di fare le fighette pseudo-intellettuali ci concentriamo sulla musica allora possiamo trovare godimento anche in pezzi come la title-track, vera canzone spaccaossa, oppure nei terremotanti stop’n’go di “Never Surrender”, nella feroce cavalcata thrashy di “Fuck Your God”, o nella brutale “Kill It”.
Sapete che vi dico? Dato che i Sepultura, tenendo fede al loro nome, sono morti e sepolti, mi tengo stretti gli Ektomorf, perché se voglio sentire musica moderna, violenta, brutale e incazzata, come piace a me, non c’è di meglio e quasi quasi me lo compro pure questo dischetto!
Ah, dimenticavo, stavolta pure Tue Madsen fa un ottimo lavoro.
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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