Il progetto
Amaseffer nasce con l'intento di narrare musicalmente l'esodo del popolo israeliano dalla terra d'Egitto, questa prima opera della band è qualcosa che esula quella che si può definire la semplice realizzazione di un metal album, infatti, ci si trova di fronte ad un vero e proprio affresco fatto di partiture orchestrali, cori, narrazioni (molte in lingua natia), musica etnica ed oscuri squarci prog/metal; tutto ciò avvicina
"Slaves for Life" a quella che può, senza ombra di dubbio, essere definita una vera è propria colonna sonora ( cosa non nuova per gli Amaseffer, gli stessi infatti sono autori di alcune colonne sonore per lungometraggi, tra le ultime quella per "Altalena" diretto da Eli Cohen) che proprio per questo suo stesso modo d'essere è destinato ai cultori del genere, e più in generale agli amanti della rock opera.
Ad affiancare i tre musicisti israeliani, in questa mastodontica opera, troviamo alcuni ospiti di eccezione, come
Mats Leven dei
Therion, autore di una prova magistrale per ispirazione ed interpretazione; ed
Angela Gossow degli
Arch Enemy, che presta il proprio cantato abrasivo alla track
"Midian". Per ciò che concerne il lato strettamente musicale di questo album, ci si trova di fronte ad un prog/metal che guarda in maniera, nemmeno troppo velata, ai
Fates Warning, fatto di strutture che seguono sempre da vicino l'evolversi della narrazione, spesso mettendosi al servizio della stessa, e che non mette in primo piano un inutile narcisismo tecnico, che sarebbe risultato improprio in una opera come questa.
In conclusione, ci si trova al cospetto di una operazione che sotto ogni punto di vista mette in luce qualità eccelse dal punto di vista strumentale come da quello concettuale-narrativo ed interpretativo, ma che per questo suo modo d'essere esige lunghi e ripetuti ascolti, ed è destinato ad un ascoltatore paziente che sappia coglierne appieno la natura senza trascurarne elemento alcuno.
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?