Quando mi arriva un Demo sono sempre curioso di “vedere”, anche se la parola giusta sarebbe ascoltare, che cosa, un’artista o una band, si è inventata per stupire o per lo meno per attirare l’attenzione.
Il Demo “In An Empty Space” dei Goyah, sulle prime, si è presentato bene dal punto di vista grafico con una bustina in cartoncino stampata in bianco e nero e un artwork che, seppure un po’ primitivo, fa notare una certa ricerca.
Purtroppo sono rimasto un po’ deluso appena ho estratto il Cd da ascoltare! Una evidente copia masterizzata in casa con nome della band e titolo scritti a pennarello!
Ma siccome “l’abito non fa il monaco” ho iniziato ad ascoltare le quattro tracce che compongono il disco.
La band si propone (cito testualmente dal loro MySpace) di “perseguire un’idea compositiva fondamentale: applicare arrangiamenti rock-progressive su basi sinfoniche”… ma devo dire che secondo me non ci è riuscita affatto!
Melodie banali e talvolta non intonate, armonie quasi inesistenti, soli di chitarra con note sbagliate e frasi troncate nel bel mezzo delle misure non corrispondono per niente alla mia idea di arrangiamenti progressive ne tantomeno all’idea di “composizione sperimentale”!
Tecnicamente il demo sembra registrato abbastanza decentemente, ma tutto il lavoro viene vanificato da una totale assenza di mastering (lo dimostra l’enorme variabilità di dinamiche tra un brano e l’altro e una certa indistinguibilità tra le frequenze dominanti) e da un mixaggio, secondo me, non del tutto accurato.
Lo scopo di un demo, anche se realizzato in modo approssimativo e con mezzi non del tutto professionali, è quello di far capire a chi ascolta che cosa può fare un aritsta… in tutta franchezza questo lavoro non fa nulla di tutto questo.
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