Copertina 7

Info

Genere:Black Metal
Anno di uscita:2007
Durata:35 min.
Etichetta:Heavy Horses Records
Distribuzione:Dr. Music

Tracklist

  1. PRELUDIUM
  2. BLADES OF TRUTH
  3. LEGEND OF AGES
  4. MILLENIUM OF DISGRACE
  5. INTERLUDIUM
  6. STANICA
  7. GOREJA WICI
  8. FAME OF ARKONA
  9. FIRE AND BLOOD
  10. 16 X 955
  11. HYBRIS / POSTLUDIUM

Line up

  • Mscislaw: vocals, guitars
  • Kirtabus: guitars
  • Math: bass
  • Wizun: drums

Voto medio utenti

La fatica che ho fatto a decifrare il logo di questi Abusiveness è direttamente proporzionale alla soddisfazione che ho ricevuto durante l'ascolto di "Hybris". Un album composto in maniera intelligente, ben suonato, con una presentazione matura e curata, che valorizza nella giusta maniera l'importante contratto ottenuto con la Heavy Horses Records dopo oltre quindici anni passati nell'underground polacco senza riuscire a emergere.
Certo, di acqua sotto i ponti della Vistola ne è passata parecchia dal '91 a oggi... e lo stile che un tempo poteva sembrare adeguato oggi perde qualcosa in termini di originalità. Tuttavia, se scartiamo per un attimo questo aspetto, non possiamo non riconoscere il grande lavoro svolto della band per cercare di realizzare un prodotto in grado di emergere nel mare di uscite mensili. Tutto "Hybris" è basato sull'alternanza di due approcci radicalmente diversi tra loro: uno basato sull'aggressione ai limiti del death metal più brutale, l'altro costruito su massicce dosi di melodia che accostano la musica degli Abusiveness addirittura al gothic metal! Le due anime si rincorrono e si danno il cambio senza soluzione di continuità, conferendo un grande dinamismo alla composizioni... elemento che probabilmente è fondamentale nel determinare la qualità complessiva di "Hybris". Definito black metal facendo la media aritmetica tra le due proposte, e basandosi solo su alcuni zanzarosi bicordi più la voce in screaming. Perché altrimenti non si spiega questa categorizzazione, visto il continuo alternarsi tra feroci riff e blast-beat che provengono direttamente dai regni della morte, con melodie quasi sognanti e melanconiche. Tecnicamente i quattro musicisti mostrano un'ottima precisione: il drumming è vario e ispirato, con il basso forse un po' in ombra mentre le chitarre si esibiscono in continui riff taglienti intervallati da qualche sporadico assolo in stile più classico.
Certo, il minutaggio si ferma intorno alla mezz'ora e il tutto non si può certo definire di difficile ascolto. Ma sono sicuro che grazie all'intelligente songwriting della band polacca "Hybris" potrà godere anche di una discreta longevità.
Recensione a cura di Alessandro 'Ripe' Riperi

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