Il 2008 è un anno pieno di impegni per il sempre vitale Max Cavalera…dalle voci di una possibile reunion dei Sepultura (me li gioco come headliners al Gods Of Metal 2009…oramai manca solo questo comeback ed il cerchio delle reunion di band di un certo calibro scioltesi anni orsono è praticamente completo), al progetto devastante di Cavalera Conspiracy con il buon fratellino Igor per finire con
Soulfly VI, dal titolo emblematico di
“Conquer”.
Già, questo dischetto rappresenta il sesto capitolo del combo capitanato dal leader carioca e devo dire che la vena compositiva è ancora decisamente alta.
Lasciando inalterati i classici canoni del
Cavalera style (innesti tribali, utilizzo di strumenti etnici e via discorrendo),
“Conquer” va oltre a
“Dark Ages”, che pur ha rappresentato un passo indietro verso radici thrash, spingendosi ancora di più verso un songwriting decisamente old school, ove con old school intendo il proprio passato, ricco di richiami HC e ricco di grandioso riffing
Thrash con la fucking
T maiuscola, quasi a testimoniare che è ancora lui il signore del sound pesante.
Certo, sotto il sole nulla di nuovo, ma il punto non è proprio questo.
Il punto è che i
Soulfly sono arrabbiati e Max è ancora affamato, e parecchio anche. La violenza e l’oscurità che racchiudono queste 11 canzoni è davvero invidiabile, ed il taglio è ancora più sottile ma contemporaneamente profondo grazie al sapiente
Andy Sneap in sala di missaggio.
Anche il festival degli ospiti è ridotto all’osso, ma vista la “pesantezza” qualcosa vi deve pur balenare:
David Vincent dei Morbid Angel in “Blood Fire War Hate” e
Dave Peters dei Throwdown in “Unleash”.
Gli highlight del dischetto sono sicuramente rappresentati dall’opener
“Blood Fire War Hate”, in cui non si fanno certamente prigionieri, visto la vicinanza al Death Metal, l’oscurità mista al furentissimo Tharsh di
“Warmageddon” (ah, quello stacco quanto è vicino al trademark degli Stayer!!!!), la sfuriata HC di
“Rough” ed il ritmo rallentato e pesante di
“Touching The Void”, (quasi a rendere omaggio ai Black Sabbath) dotato di un finale acidissimo e paranoico, in cui i suoni e sapori orientali si mischiano in un maligno e tormentato mood in stile rito voodoo.
“Conquer”…in una parola, violento, ai confini con il Death Metal, ai confini dei Soulfly.