Primo disco autointitolato per i finlandesi
Land of Tales, che si adoperano in un AOR molto di maniera e "classico", se mi si passa l'aggettivo.
Il suono di questo cd, infatti, si discosta poco o niente dagli stilemi del genere, per cui, già dall'inizio, posso consigliarlo tranquillamente a chi ama il rock più melodico, seppur ben condito da chitarre spesso muscolose e cariche.
Sin dall'opener
"Silence", ci si trova davanti ad un sound molto catchy, ruffiano quanto basta e ben sostenuto da una produzione di tutto rispetto. Bella la voce del singer Kristian, anche se, come un pò tutto quello che riguarda questo disco, sa di "già sentito" lontano mille miglia...
Insomma, se non si fosse capito, a nostro avviso il vero problema di bands di questo tipo è senz'altro la derivatività della proposta, che fa correre il rischio di memorizzare poco (o niente) qualsiasi canzone dei pur bravi Land of Tales. Emergono dal lotto, comunque,
"All the Same", potente e carica,
"Wasted Chance", una ballad ricamata di chitarre acustiche, scelta tra l'altro come singolo apripista del disco, che mi ricorda, nell'atmosfera evocata, i Goo Goo Dolls, o qualcosa del primo Richard Marx, che dio lo benedica; bella anche
"Nobody Dares" che nel gusto rimanda agli Europe del disco d'esordio.
Se solo la voce fosse un pelo più distinguibile, originale, questo disco potrebbe guadagnare qualcosina in longevità, ma non c'è dubbio che è la qualità delle composizioni, e non la performance del singolo, a penalizzare un lavoro tuttavia molto godibile e piacevole.
Prima uscita senza infamia nè lode, insomma. Aspettiamo i Land of Tales alla loro prova successiva, con l'ottimismo di chi sa che il cavallo può essere vincente.... E' tutta una questione di fiducia.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?