E’ sempre più raro incontrare gruppi come gli Stolen Babies, responsabili di un progetto ambizioso e “colto”, arricchito da un’attitudine d’autentica ricerca, la quale ha il merito di rimanere distante da pretenziosità e da ermetici intellettualismi.
Fin dal corposo elenco della strumentazione utilizzata, è facilmente intuibile che la loro musica ama spaziare in territori fatti di contraddizioni e apparenti antitesi, che poi, però, alla prova dei fatti, risultano costantemente e sorprendentemente omogenei. In “There be a squabbles ahead” trovano posto metal, punk, hardcore, new wave, gothic, jazz, noise, pop, elettronica e cabaret, sviluppati ed amalgamati in livelli espressivi elevatissimi, intraprendendo quell’impervia linea di confine tra rock e sperimentazione, che davvero pochi sanno percorrere senza annoiare.
Per descrivere il loro stile si potrebbero chiamare in causa Mr. Bungle, Dog Fashion Disco, Faith No More, SOAD o Sleepytime Gorilla Museum, ma quello che vorrei fosse chiaro è che i nostri non risplendono affatto di luce riflessa, ripetendo pedissequamente quanto già detto, anche se da così autorevoli colleghi.
Il quartetto californiano dimostra di essere in grado di produrre con incredibile temperamento proprio un suono spigoloso, alienante, cangiante, beffardo, avvolgente e sghembo, eppure così armonioso e accattivante, pilotato da un valente team di musicisti (tra cui Gil Sharone dei The Dillinger Escape Plan) capace d’intrecciare ad arte tutto il suo presumibilmente variegato patrimonio di conoscenze, riuscendo a soddisfare anche il più esigente dei musicofili “d’avanguardia”, senza peraltro causare ineluttabili emicranie a chi rincorre qualcosa al di fuori dell’ovvio, pur non riconoscendosi totalmente nella precedente catalogazione.
Su tutti, un plauso particolare va comunque assegnato alla vocalist Dominique Lenore Persi, un vero camaleonte della fonazione, artefice di volubili e intense interpretazioni che riescono a plasmare letteralmente una sostanza musicale tanto iridescente.
Inutile e forse pure deleterio cercare di addentrarsi nell’ardua descrizione dei singoli brani.
“There be a squabbles ahead” è un’avvincente avventura sonica che deve essere vissuta nella sua completezza, senza troppe “anticipazioni” … un’esperienza che Vi consiglio senz’altro di affrontare.
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