Uscita non proprio recente, ma l'intervista, concessami dal gruppo pressoché al completo, mi dà la possibilità di parlarvi di una delle migliori realizzazioni che ha espresso il metal italiano negli ultimi anni: "Tales of Wonder" esordio dei
Mesmerize, dato alle stampe nella seconda metà del 1998.
Apre le danze "The Werewolf", e subito ci si ritrova catapultati nei primi anni 80, un brano in cui si respira decisamente l'aria degli Iron Maiden dei tempi migliori. Pezzo ben realizzato, ancor meglio interpretato e di grande impatto ed infatti è anche il brano che apre il Live Show della band. Grande la prestazione di Folco Orlandini, già in evidenza per la sua presenza su "Act II: Galileo" dei Time Machine e su altre collaborazioni, come ad esempio il disco solista di Eddy Antonini, e se in precedenza Folco aveva dimostrato la sua bravura su brani di più ampio respiro, su "Tales of..." dimostra di essere singer valido anche in un contesto più strettamente Metal. Ma non vorrei far passare i Mesmerize come la band di Folco Orlandini, perché così non è, infatti gli altri membri reggono decisamente il confronto, sia a livello compositivo che esecutivo, con la coppia di chitarristi, Paolo Chiodini e Piero Paravidino, bene affiatata e la sezione ritmica, composta dal bassista Andrea Tito e da Andrea Garavaglia alla batteria, che dà consistenza e dinamica alle canzoni, evidenziando la coesione di una line-up attiva da parecchi anni. Ma torniamo ai brani, la seconda traccia è la più teatrale ed articolata "Hell on Wheels", dove l'amore per il metal classico degli anni passati si fa ancora più evidente (Manowar, NWOBHM ed anche Black Sabbath), il tutto sempre espresso con la freschezza di un gruppo esordiente. Altri tre brani ed arriviamo ad uno dei pezzi migliori "Ragnarok", epicità a palla ed il primo nome che viene in mente sono proprio loro, si! i Gods of Metal, grazie anche al finale ad effetto letteralmente clonato, guarda caso, ai Manowar. Altra manciata di ottimi brani, quindi nuova dimostrazione di bravura da parte dei nostri con un'altra song ispirata alla fantasy. Si tratta di "Forging the Dark Sword" che viene introdotta dal breve strumentale "The Catalyst". Il pezzo trae ispirazione della Dark Sword, saga fantasy ideata dalla coppia Weis-Hickman, e su di un riff molto settantiano la band sviluppa delle linee vocali particolari ma azzeccate. Un altro salto avanti ed incappiamo in "The Flatliners", ispirato nella trama al film "Linea Mortale". Nuovamente un brano in cui il richiamo ai Maiden si fa sentire, soprattutto nelle linee di basso, ed anche nei riffs di chitarra, mentre in alcune parti Folco riecheggia il miglior Geoff Tate, ma la mano dei Mesmerize si sente, eccome, uno dei pezzi forti del CD. In chiusura un pezzo distante da quanto ascoltato sinora, la malinconica ed acustica "Chorus of the Rain". Per gli amanti del Metal, senza fronzoli e troppi aggettivi, Metal e basta!.
Non è ancora stata scritta un'opinione per quest'album! Vuoi essere il primo?
Non è ancora stato scritto nessun commento per quest'album! Vuoi essere il primo?