In tre decenni di musica heavy i cugini d’oltralpe non hanno mai espresso del metal particolarmente significativo nè sotto il profilo quantitativo nè qualitativo. Se si eccettuano i Trust sono veramente poche le formazioni francesi che hanno ottenuto ribalta internazionale, rari gruppi di nicchia e poco d’altro. I Nightmare di Grenoble si collocano un gradino sopra l’esigua schiera degli anonimi non fosse altro che per una onorevole carriera originata nei primi anni ’80 con un paio di albums di puro heavy metal conditi da un look glam ad imitazione dei big anglosassoni. Dopo i positivi esordi il combo francese si è dissolto per ricomparire a distanza di oltre dieci anni, rientrando nel giro alle soglie del 2000 con il presente doppio live registrato in occasione della reunion giocata in casa propria. Successivamente i Nightmare hanno prodotto un nuovo lavoro, “Cosmovision”, orientato verso un power di maniera, discreto ma non strabiliante, ed ora sono alle prese con la preparazione del seguito. La ristampa di “Deliverance” credo sia stata decisa sull’onda delle buone prestazioni del gruppo come spalla di grossi calibri quali Saxon, Grave Digger, Blind Guardian e di positive partecipazioni a festivals culminate con la loro presenza al Metal Meltdown nel New Jersey con Manowar, Virgin Steel, Archenemy, ecc. Personalmente li ho visti a Torino in compagnia dei Saxon e ne ho tratto l’impressione di una band dignitosa e professionale, per nulla innovativa ma lodevole nel suo proporre con passione un metal quanto più tradizionale vi possa essere. Impressione confermata dopo aver ascoltato questo doppio cd, totalmente privo di sorprese ma godibile come un vecchio comico del quale si conoscono a memoria tutte le battute ma che strappa pur sempre un sorriso. Un alito di Saxon, molto degli Accept omaggiati nel finale con la cover di “Metal heart”, un tocco di Scorpions per una certa analogia di timbrica tra Jo Amore (ex-drummer del gruppo ora cantante) con lo spezzacuori Klaus Meine e per la pulizia nelle aperture melodiche, vedi il lentaccio “Invisible world”, tutta qui la semplice ricetta dei Nightmare. Niente che non si sia già sentito fino all’ultima nota ma che dal vivo assume una valenza adrenalinica sufficiente per trascorrere in modo piacevole un ora e mezza di buon vecchio metal. In un orgia di anthems, riffs, assoli e cori col pubblico, si può realizzare che una scena enorme e restìa ai cambiamenti come quella metal ha necessità anche di comprimari che ricalchino le orme dei migliori offrendo il loro onesto contributo alla continuazione di questo genere. I Nightmare e “Live deliverance” rientrano in questa categoria.
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