Sostanziosa nuova uscita per i
Koritni, che si “permettono” addirittura di pubblicare congiuntamente un Dvd e un Cd dal vivo, pur avendo un solo album in studio al loro attivo.
Evidentemente label e band hanno valutato questi momenti del “Lady luck Tour 2007” come particolarmente riusciti, non considerando un limite il fatto di dover ricorrere ad un nutrito numero di cover versions per “rimpolpare” un repertorio per forza di cose esiguo.
AC/DC, Skid Row, The Angels (il combo australiano noto anche come Angel City o The Angels From Angel City) e, soprattutto, Guns n’ Roses (la rilettura dei loro pezzi occupa per intero il secondo giorno d’esibizione al RaismesFest), vengono così affrontati con attitudine e capacità, anche se personalmente preferisco i Koritni quando propongono le loro canzoni, con quell’ardore e quella passione autentica nel trattare la materia hard rock n’ blues n’ sleaze che tanto mi aveva sorpreso ed appagato durante l’ascolto del brillante “Lady luck”.
Piuttosto interessante, poi, in modo particolar modo per quelli che come me non conoscevano i Green Dollar Colour, la precedente formazione di Lex, è l’inclusione di alcuni brani risalenti a quell’esperienza, anch’essi di notevole spessore (menzione d’onore “obbligatoria” per la contagiosa “Top of the world”), sempre alimentati dalle medesime prerogative artistiche apprezzate nel debutto della sua nuova creatura.
Il corposo Dvd (due differenti shows in terra francese ed un simpatico videoclip) offre un’eccellente resa audio e video, una regia precisa e puntuale e consente di constatare “de visu” l’esuberanza e la preparazione specifica di un’ottima band che dimostra di saper “tenere il palco” con disinvoltura e “naturalezza”, senza eccessivi istrionismi e tuttavia con un’adeguata mobilità e considerevole consapevolezza e proprietà.
In conclusione, “Red live joint” è un buonissimo prodotto da consigliare specialmente a chi fino ad oggi aveva (colpevolmente!) trascurato le qualità di Mr. Koritni e dei suoi pards, ma che potrà interessare anche chi le aveva scaltramente valorizzate, più che per la presenza di un comunque buon inedito dal titolo “Nobody’s home”, per la certificazione incontrovertibile di un esame alla “prova del palco” e al “cimento nei classici” superato a pieni voti.
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