Prendono nome da un fiore, la Rosa Muscosa Carnea. Come quella rosa, lo stelo su cui si poggia la musica di questo giovanissimo trio lombardo è spinosa. Piu' che spine forse però sarebbe meglio parlare di spigoli, angolazioni tagliate e sporgenti di un palazzo tutto fondato su fondamenta robuste, soniche, rock. Più hard settantiano nei riff e nella batteria molto essenziale che altro, per quanto l'impatto delle composizioni faccia a tratti pensare ai primi Verdena, molta irruenza quindi, ma anche toni confusamente romantici in "L'Affanno", "La Matta" e "Del vento"; I Karnea sanno mischiare le carte, anche colpendo dove pare inusuale mirare, ad esempio in "Kombo" giocano a buttare l'ultimo Marylin Manson in pasto all' hard settantiano rock ed in "L'Essenziale" sono nientemeno i Tool a fare capolino. I Karnea suonano bene, hanno un impatto notevole e scrivono canzoni non certo banali. Ancora un po' di rodaggio e saranno perfetti.
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