Un riuscitissimo "Switchblade Serenades" si apre sull'ormai dimenticato fruscio di un vecchio vinile, e, infatti, le atmosfere sono prossime a quelle che si respiravano nella Los Angeles degli anni ottanta, solo che i Sister Sin arrivano dalla, a noi ben più vicina, Svezia.
Un quartetto che attraverso i propri amplificatori spara un sound grezzo ed immediato, che riesce ad entrare facilmente in sintonia con l'ascoltatore. "Beat The Street" è un'opener pulsante e vitale, al pari di molte di quelle canzoni che hanno saputo offrirci i migliori Skid Row, mentre "Death Will Greet Us" finisce invece con il richiamare i Motley Crue di "Shout at the Devil", forse l'influenza maggiormente messa in risalto su questo lavoro (vedi anche "Love/Hate" e sopratutto la scatenata "Eye to Eye" che chiude il disco).
Ma non ci sono solo capelli cotonati e make-up: i Sister Sin mettono in mostra un'energia ed una sfacciataggine che non possono che far pensare ai Motorhead, e non stupisce pertanto di trovare, più avanti in scaletta, proprio la cover di "Make My Day, anche se il loro vocalist ha davvero ben poco di Lemmy, infatti, dietro al microfono troviamo la brava (ed un po' inquietante) Liv.
Una bella prova la sua, sempre ben assecondata da un ottimo lavoro ai cori, con Liv in grado di prendere per le redini una ruvida "Hostile-Violent" marchiata a fuoco dalla chitarra di Jimmy, e di mostrare ancora tutta la sua grinta, al di là di alcuni passaggi effettati, sulla inquietante titletrack.
L'unico, piccolo, appunto da rivolgere ai Sister Sin è relativo all'artwork dell'album, dozzinale e ben poco rappresentativo del genere proposto dalla band svedese... Rock N' Roll Serenades!!!