Giunti sotto l'egida della sempre vigile Visible Noise, gli inglesi Burn Down Rome danno alle luce questo "Devotion", un album quantomeno curioso ed interessante che, in un periodo di music business (nell'accezione più negativa del termine) anche all'interno della scena metal, già solo per l'uso di questi due aggettivi è degno di attenzione.

Sbilanciati tra una sorta di metal/hard-core, punk ed alternative, i Burn Down Rome denotano una certa personalità ed una doppia anima, che si riscontra nel duplice taglio che viene dato a "Devotion", più aggressivo e di matrice noise nella prima parte, più intimista e psichedelico nella seconda (anche se preannunciato nell'opener "Michael"), a nostro avviso decisamente più riuscita anche se probabilmente più scontata.
E dato che il brano "divisorio" è proprio quello che dà il titolo al disco, presumiamo che i quattro albionici abbiano intenzione di svilupparsi anche in futuro su questo tipo di sonorità, in cui echi di Dredg, Agalloch ed Isis si fondono in maniera davvero efficace e nettamente diversa da quanto proposto in apertura di disco con "Debauchery" o "Temperance", che ci mostrano il lato più selvaggio ed aggressivo della band, che tuttavia riesce a farsi notare per l'uso particolare, molto rock ed acustico, delle chitarre, lontane dal wall of sound usato solitamente per questo genere musicale.
Poco più di mezz'ora di musica, scelta intelligente questa, per non sovraccaricare e rendere prolisso un album valido che in 30 minuti ha già espresso tutto il suo valore e detto quello che c'era da dire.

Da segnalare la già citata "Devotion" e la doppietta conclusiva di "11.11" e "Daniel" che confermano le buone impressioni suscitate dai Burn Down Rome, che aspettiamo fiduciosi per una futura release ancora più soddifacente.