Annunciato come il miglior disco dei
Cradle of Filth dai tempi di "
Midian", il nuovo "
Godspeed On The Devil's Thunder", incredibilmente, non delude le attese e si conferma concretamente come il loro miglior lavoro del nuovo millennio.
Quindi se siete fan del combo inglese saltate direttamente le righe seguenti ed andate a comprare di corsa questo nuovo album poiché i Cradle sono tornati in grande stile, epici, gotici, sinfonici, teatrali, drammatici, oscuri, violenti e catchy più che mai!
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Godspeed On The Devil's Thunder" è un concept incentrato sulla vita di Gilles De Rais, un nobile francese, eretico alchimista, compagno d’armi di Giovanna D’Arco nonché, ed era ovvio, perverso serial killer. Il promo in nostro possesso è sprovvisto di testi (in verità è già tanto se ci sono i titoli!) quindi non possiamo dirvi niente di più al riguardo ma siamo certo che Dani sia riuscito a gestire la storia con la consueta disinvoltura di sempre.
La cosa che balza subito all’occhio, anzi all’orecchio, ascoltando questo nono lavoro in studio della band britannica è che i riffs sono tornati ad essere graffianti come un tempo e le canzoni dannatamente convincenti. La produzione è stata affidata ad Andy Sneap che ha svolto un ottimo lavoro nel bilanciare perfettamente le parti orchestrali con quelle metal, mentre il ruolo di narratore principale è stato affidato ancora una volta a
Doug Bradley (l’attore di
Hellraiser).
La struttura del disco è piuttosto schematica, le due canzoni più violente sono poste in apertura e chiusura, la prima metà è più diretta e compatta mentre nella seconda parte trovano spazio le composizioni più elaborate, atmosferiche ed epiche.
L’opener (dopo l’immancabile intro ovviamente) "
Shat Out Of Hell" è davvero una grande canzone, diretta ma allo stesso tempo drammatica, veloce e brutale. Sicuramente uno degli highlight dell’intero album. "
The Death Of Love" è la composizione più particolare del lotto, goth metal-like sfacciatamente commerciale con tanto di voce femminile, è la canzone che non ti aspetteresti di sentire dai Cradle of Filth. Ma attenzione, la canzone non è affatto brutta, anzi, è davvero molto carina, il suo unico difetto è quello di durare due minuti in più del necessario e di essere stata messa in una posizione della tracklist (probabilmente per esigenze “di copione”) un po’ infelice a nostro parere, perché posta così come seconda traccia spezza un po’ troppo l’andamento del disco.
Sono in occasioni come questa che non smetteremo mai di ringraziare colui che ha inventato il tasto “program” del lettore cd!
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The 13th Caesar" è probabilmente la nostra preferita, così epica ma allo stesso tempo melodica, così sinfonica ma nel contempo violenta mentre "
Tragic kingdom" vi si stamperà in testa per non uscirne mai più.
Una cosa già piuttosto evidente fino a questo momento è che la voce di Dani si mantiene su tonalità medio basse, come già era successo per "
Thornography", relegando le high pitch vocals per i momenti di maggior enfasi, ma contrariamente a quanto avvenuto per il precedente lavoro questa volta la prestazione è decisamente più convincente e matura.
La seconda parte si apre con "
Honey And Sulphur", primo singolo (è stato girato anche un video) nonché canzone dannatamente epica con i sui inusuali cori sinfonici.
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Midnight Shadows Crawl To Darken Counsel With Life" (una delle favorite dallo stesso Dani) è la prima di due suite poste una di seguito all’altra. In questa canzone c’è tutto quello che si può chiedere ai Cradle of Filth: cambi di tempo e di umore continui, esplosioni improvvise di violenza che si alternano a parti più atmosferiche. Tutto quello che ha li resi famosi è qui concentrato in quasi nove minuti.
Ma la vera perla nera di questa seconda parte è la successiva "
Darkness Incarnate" con il suo stupendo riff di apertura e la sua intrinseca epicità drammatica. Davvero una grande canzone (anch’essa della durata di quasi nove minuti).
La title track è invece il brano più classicamente black metal, se così possiamo definire un brano dei CoF, con il suo malefico riff ed i suoi feroci blast beat, è sicuramente una delle migliori canzoni dell’intero album ed una degna chiusura ad un disco davvero bello. Speriamo solo di non dover attendere altri otto anni per un lavoro di così grande qualità!
Questo "
Godspeed On The Devil's Thunder" è quindi un capolavoro? La risposta è no.
L’ispirazione è sicuramente tornata, adesso però speriamo ritorni anche la romantica sensualità e la magia che ha caratterizzato i loro primi lavori rendendo i Cradle of Filth qualcosa di unico nella scena estrema mondiale di quegli anni.