Ai giorni nostri MySpace.com s'è guadagnato senza il minimo dubbio il titolo di miglior promoter di band emergenti, oltre ad essere un ottimo supporto mediatico per band già affermate o che non hanno comunque bisogno di troppe presentazioni, ed i nostrani Fomento da un pò di tempo hanno conseguito il merito di essere uno dei gruppi Italiani più gettonati della intera comunity sfiorando di poco il milione di ascolti (si, ho detto milione n.d.r.) con il singolo "Kill Fashion Core", prima release di questo fracassante
"Either Caesars Or Nothing".
Da sempre recensire questo tipo di album e classificarlo sotto un solo genere non è cosa semplicissima, a primo impatto il disco sembra cavalcare suoni decisamente metalcore, ma affiancare ai Fomento l'etichetta definitiva di band metalcore appunto mi sembra molto riduttivo e semplificativo visto che stiamo comunque parlando di un gruppo autodefinito molto coraggiosamente, ma anche molto intelligentemente, come Slayercore; Ed è partendo proprio da questa loro autodefinizione che inizio a parlare del disco:
"Either Caesars Or Nothing" è uno schiacciasassi continuo supportato da un immenso serbatoio che difficilmente ti lascia a secco durante il suo ascolto, infatti l'attitudine con cui il quartetto si da alla musica è senz'altro figlia devota degli arrangiamenti provenientei dalle menti contorte di Tom Araya e soci, quindi capaci di svincolarsi facilmente tra assoli thrashy e riffoni death, senza trascurare una matrice hardcore molto ben definita aiutata sopratutto da una produzione molto moderna e precisa.
I quattro romani ci propongono nove pezzi dall'impatto micidiale, dotati di un groove mozzafiato e frenetico, poche pause, moltissima rabbia e liriche che spaziano dall'epicità della Roma Imperiale a temi più attuali e sostanzialmente meno impegnati, come "Kill Fashioncore" che già presente nel primo demo assieme a "The Die Is Cast" e a "Menticide" ha già attirato l'attenzione di alcuni nomi importanti nel mondo della musica e non ha bisogno di ulteriori descrizioni, "The 13 Demon" e "Welcome To The Brotherhood" in puro Lamb Of God style sanno di sicuro spiegarvi al meglio quanto detto poc'anzi e "The Egyptian March", un pezzo che si differenzia dal resto dell'album con un songwriting molto più concentrato e arilassante, vi rivelerà che i Fomento hanno ancora molto da dire, ottimo lavoro dunque per una bellissima realtà nostrana che ha fatto delle sue origini e della sua romanità il proprio personale trademark.
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