Con "Terium" ritrovo dei
Seventh Avenue maggiormente accomodanti con il classico Power Metal teutonico e più derivativi di quanto me li ricordassi dai loro precedenti lavori (con questo siamo a quota sei albums), soprattutto ripensando al discreto "Between the Worlds".
Se "Crowd in the Dark" è spiccatamente maideniana, sembra poi che i Seventh Avenue vogliano forzare i ritmi, impressione confermata dalla seguente titletrack, una bella scarica d'energia corredata da un veloce guitarwork e da refrain accattivanti, che non possono che far pensare agli Helloween o agli Stratovarius. Sebbene non si distacchino poi molto da questa formula, le successive "Authorities" e "Futures Dawn" non ottengono gli stessi buoni risultati, con la formazione tedesca decisamente meno ispirata... o meglio: talvolta lo è sin troppo!!
A tirare acqua al loro mulino arriva fortunatamente "Two Masters", brano a metà tra sonorità NWOBHM ed il Melodic Rock, sforzi vanificati dalla banale "Hands of the King", dove arrischiano anche alcune fugaci escursioni nel progressive metal che si affiancano ad altre più orecchiabili. Le stesse che contraddistinguono anche le prime battute di "Priests and Servants", che ben presto si trasforma in una gradita scheggia Speed & Power alla Gamma Ray.
L'inizio di "Trail of Blood" è un vero scippo a "The Trooper" dei Maiden (e comunque i Seventh Avenue non scherzano nemmeno con "Way to the Stars"), e pertanto si ascolta con piacere, come accade anche per la rocciosa "Betrayal", mentre "Innocence" è una ballad "da contratto" e la conclusiva "New Era" si inserisce a metà del songrwriting dei già stra-citati Iron Maiden ed i Running Wild.
Ad ogni modo il leader storico del gruppo, Herbie Langhans, conferma di sapersela cavare discretamente alla voce (ma si occupa anche la chitarra solista) ben supportato dal resto del gruppo, trai quali si fa notare il drumming di Mike Pfluger.
Tuttavia dopo tanti anni di onorata carriera ci si aspettava qualcosa di più.
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