Copertina 8,5

Info

Genere:Avantgarde
Anno di uscita:2008
Durata:51 min.
Etichetta:Scarlet
Distribuzione:Audioglobe

Tracklist

  1. ROULETTE
  2. BETWEEN THE LINES
  3. IN THE END
  4. SUBCONSCIOUS
  5. FAILURE
  6. SELF-FULFILLING PROPHECY
  7. THE WEAKEST LINK
  8. FROM THEN ON
  9. SOME THINGS SEEM SO EASY
  10. HOPE

Line up

  • Tijs Vanneste: vocals
  • Wim Melis: guitars
  • Jan Van Deuren:guitars
  • Jo Van Heghe: bass
  • Guy Vernelen: drums
  • Hans Claes: keys

Voto medio utenti

Dopo l'ottimo "Mirror Palace" del 2007 ecco confermarsi ancora come ottima band quella dei belgi Oceans of Sadness che, giunta al loro quinto album (il secondo su Scarlet), continua con il suo avantgarde metal di qualità, sempre in bilico tra death metal e soluzioni prog/classic, in un continuo turbinio di emozioni e sensazioni, sempre rese al meglio dalla maestria di Tijs Vanneste, eclettico ed intenso come pochi al microfono.

Come per il precedente lavoro, la produzione - ottima - è stata affidata a Jens Bogren, già al lavoro con Opeth e Katatonia, mentre sono delle novità le presenze come ospiti di Johan Liiva (Arch Enemy, Hearse e Furbowl nel suo passato) e di Ann Louise Loegdlund dei Diablo Swing Orchestra.

Sin dall'iniziale e bellissima "Roulette" si capisce che gli Oceans of Sadness hanno fatto di nuovo centro con il loro metal così di classe e ricercato ma allo stesso tempo, ed è questo il loro miglior pregio, così immediato e di facile assimilazione; le accelerazioni in pieno stile death metal si sposano a perfezione con le armonizzazioni presenti in quantità, tra uno screaming total black metal e partiture di heavy classico a cavallo di clean vocals e tappeti di tastiere sempre fondamentali ma mai ingombranti.

La capacità degli Oceans of Sadness di miscelare in maniera a dir poco riuscita così tanti generi distanti e differenti tra loro lascia basiti ogni volta anche se ormai, dopo tredici anni di onorata carriera, dovremmo essere abituati a tanta genialità: "Subconcious" ammalia per la sua fantasia ed ancora una volta dovremmo spellarci le mani per sottolineare la prestazione incredibile di Tijs Vanneste che con la sua voce riesce a fare un po' quello che vuole.

Non si possono non citare altri episodi di livello davvero superiore, come "Self Fulfilling Prophecy", la sognante "Some Things Seem So Easy" (mai titolo più appropriato per gli Oceans of Sadness) e l'energica "Failure", tanto per farvi capire che in "The Arrogance of Ignorance" non c'è un solo momento di cedimento o di banalità.

Per concludere, un disco musicalmente pressochè perfetto sin dai suoi elementi di contorno, come la splendida copertina e l'eccelsa produzione: mancarlo sarebbe davvero un delitto.
Recensione a cura di Gianluca 'Graz' Grazioli

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