Ecco un altro esempio di band rovinata da "Puritanical Euphoric Misanthropia". Il morbo "Dimmu Borgir" (più pericoloso della SARS, di questi tempi) ha colpito anche gli (una volta) alfieri del viking metal più incompromesso, i norvegesi Forlorn. Ecco che quindi Hybernation si presenta con un bel titolo modernista, con i suoni tirati a lucido, pieno di samples e di atmosfere che più costruite a tavolino non si può. Una triste dimostrazione di tecnica e manierismo, che non si arresta per nessuno dei lunghissimi 53 minuti di "musica". Nove composizioni infinite, piene di clichè e povere invece di emozioni, se si esclude la singola "Agony Defiled" che è rovinata comunque da un testo puerile. Rarissime sono le accelerazioni, visto che la band è tutta protesa nella ricerca di quell'atmosfera ad affetto, magari creata con un utilizzo spropositato dei synth. La cosa triste è vedere come questo fenomeno a distanza di anni non mostri alcun segno di cedimento, indice del fatto che quindi qualcuno questi album li compra davvero! Ed è ancora più triste vedere che ultimamente di dischi come questo ne arrivano tanti anche dalla Norvegia: probabilmente i Forlorn avranno pensato "se hanno avuto tanto successo i Dimmu Borgir possiamo farcela anche noi!". Ma con una prova vocale così infima, con idee riciclate e ritrite, non si raggiungono certo dei maestri che nel bene o nel male hanno sempre dimostrato di avere le capacità di portare la scena un passo più in là.
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