Copertina 7

Info

Anno di uscita:2003
Durata:54 min.
Etichetta:Buzzville
Distribuzione:Brainstorm / Vinyl Magic 3

Tracklist

  1. SECRET PASSAGE
  2. SOUNDGRENADE
  3. ASTRONOMICON
  4. APHRODITES CHILD
  5. EVIL RULES IN SHOWBIZZLAND
  6. HIT & RUN
  7. SOD OFF !!!
  8. SO BE IT
  9. DAEMONOLOGY

Line up

  • Fred v. B: vocals
  • Ron v. H: guitar
  • Marcel VdV: guitar
  • Erik d. V: bass
  • Bidi: drums

Voto medio utenti

Fortunatamente una brutta copertina non è sempre sinonimo di brutto disco, altrimenti gli Astrosoniq sarebbero messi male. La loro è davvero pessima, ma il contenuto musicale al contrario è tutt’altro che deludente.
Olandesi, eredi della space-band A.P.Lady, hanno all’attivo il debutto “Son of A.P.Lady” (2000) ben accolto dalla critica, ed una costante presenza nelle compilation di settore oltre alla solita intensa attività concertistica, ormai caratteristica comune delle bands stoner ed affini.
Parlare di stoner nel caso degli Astrosoniq non è affatto fuori luogo, pur riconoscendo a questa formazione una duttilità ed un apertura mentale superiore alla media. Fondamentalmente si possono collocare nell’area occupata da Dozer, Cowboys & Aliens, Sparzanza, The Awesome Machine, e tutta la generazione di gruppi dal tiro energico e voluminoso che a tratti và a sfiorare il metal dei primi anni ’80.
Esiste comunque negli Olandesi una propensione a non fossilizzarsi in un sound monolitico ed unidirezionale, venendo fuori con alcune brillanti soluzioni psycho-acide o con qualche bizzarra vena di follia che li rende meno prevedibili ed un poco più originali del consueto.
L’album alterna brani d’assalto pieni di riffs e ritmi esplosivi come la title-track, “Hit & run”, “Sod off!!”, up-tempo metallici e muscolari con buone vocals che profumano di John Garcia, a canzoni dal taglio acido con sfaccettature particolari vedi la stordente “Astronomicon” (Necronomicon spaziale?) con i suoi inserti noise, o la bellissima “Aphrodite’s child” una psych-song che cresce come un’onda tra sferzate chitarristiche e momenti liquidi, fino all’improvviso break tribale sostenuto da un sax psicotico in una sorta di space-ritual alla Hawkwind.
Sono questi piccoli tocchi di originalità a vivacizzare la proposta degli Astrosoniq e a staccarla piacevolmente dall’ovvietà.
Ancora da rimarcare lo stravagante episodio dark “Evil rules in showbizzland”, dai toni melodrammatici che evocano tristi giornate uggiose, e l’altrettanto inaspettato funky-rock di “So be it”, delirio di assoli su un tappeto di tastiere da black music come se Prince si fosse unito alla congregazione degli stoner-maniacs.
Per finire il valido excursus di “Daemonology”, con una prima fase che lega un riff pesante e spesso a sprazzi di melodia elegante, ed una seconda fase strumentale ipnotico-avvolgente che lascia una gustosa traccia acida nella mente.
Procede bene la crescita degli Astrosoniq, capaci di un lavoro ricco e non banale che alimenta la riscossa dell’heavy rock Europeo a seguito di un periodo di stasi. Album positivo anche nella convinzione che la band potrà fare ancora meglio in futuro.

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