Un disco da favola. Questa avrebbe dovuto essere la perentoria classificazione di “Are you ready to rock”, il terzo lavoro degli svedesi Eclipse, tanto maturo da tramutare una promessa in una solida realtà in grado di combattere ad armi pari con gli autorevoli rappresentanti del mercato che “conta”.
Come accade in ogni “favola” che si rispetti, però, anche in questo caso c’è un immancabile “cattivo” (se così vogliamo chiamarlo!), rappresentato da un “grigio” signore che, per paura di vedere illecitamente concessa la “virtù” dei suoi “protetti” prima del tempo, con voce impersonale continua ad interrompere il “tiro” e il flusso emozionale dei brani, ricordandoci quello che stiamo ascoltando.
Stiamo ovviamente parlando dell’odiosa “voice over protection”, a causa della quale non mi è ancora una volta possibile esprimere un giudizio definitivo, ma solo delle comunque assai confortanti indicazioni di massima, attraverso le quali porre l’accento sulla notevole crescita, rispetto al passato, del duo Martensson / Henriksson (qui supportato da competenti coadiutori) sia come musicisti, sia (e soprattutto) come compositori.
Figli “legittimi” di Whitesnake, Rainbow ed Europe, gli scandinavi dimostrano tramite linee melodiche avvincenti, chitarre energiche e adeguatamente estrose e refrain contagiosi, che si può ancora “rispettare” i propri modelli senza per forza doverli clonare, con quella verve e quella concretezza che allontanano il pericolo di una snervata “nostalgia” e palesano un suono certamente “classico” e tuttavia al contempo sempre attuale.
Undici canzoni eccellenti, dunque, anche se per le motivazioni espresse poch’anzi, mi sento di riferirvi compiutamente solo di “Breaking my heart again” e “To mend a broken heart”, le uniche “sfuggite” al controllo “dell’orco” anti-pirateria, con le sue tanto (per certi versi) “comprensibili” quanto importunanti ragioni operative.
La prima è una scintillante opener capace di coniugare splendidamente le movenze del Serpente Bianco (quelle esibite sul terreno “yankee”, in particolare) con una sensibilità melodica tipicamente nordica, mentre la seconda libera un ritornello di grande presa su una struttura armonica al tempo stesso virile e raffinata.
Rimanendo nel tema che ho scelto per questa disamina, non c’è il “lieto fine” di una votazione tale da garantire la conquista dell’ambita sezione “top album” di Eutk, ma restano almeno due certezze: che molto presto “Are you ready to rock”, nella sua versione non promozionale, farà parte della mia collezione, in modo da confermare (come credo) o eventualmente smentire le impressioni positive appena esposte e che, se non ci saranno imprevedibili intoppi, sentiremo ancora parlare a lungo di questi Eclipse.