A quattro anni di distanza da
“Fire in the hole” torna il power-trio milanese con un nuovo lavoro, il terzo. Pubblicato da
Cama Records, “Three of a Kind” si avvale della collaborazione di
Nicolo’ Fragile, tastierista degli elvetici
Gotthard nonché produttore, arrangiatore, compositore ed autore che, oltre a seguirne la produzione artistica, compare come guest musician in “Like A Sinner”, “It Ain’t Easy” e “Behind The Eight Ball”.
La band non rinuncia ai brani in stile ottantiano pieni di grinta ed energia che, mai dimenticati, sembrano essere tornati alla ribalta della scena musicale e ci propone undici pezzi nel segno dell’esperienza acquisita in questi 12 anni passati insieme.
Che sia l’album della maturità e della crescita di tutti e tre i membri della band è “dentro le orecchie” di tutti fin dalle prime battute di “
Like A Sinner” dove è possibile apprezzare il lavoro di arrangiamento che ha coinvolto voci e strumenti, segno questo che i quattro anni passati ad adattare e rivedere ogni singolo brano hanno prodotto un eccellente risultato. Ed il buon lavoro è stato svolto anche sui suoni, ben riusciti e ben equalizzati.
Non mancano le influenze dei gruppi che hanno fatto grande l’hard rock mondiale (
Van Halen, Deep Purple, Motorhead, Kiss, Black Sabbath, Judas Priest) e che, mai celate, sono alla radice dei componenti del gruppo.
La vera notizia sta forse nel fatto che anche “
C.C.Nail” si è guadagnato delle parti vocali da solista (“
The Underachiever” e “
The Greedy King") ma, senza nulla togliere a quest’ultimo, è ancora una volta l’estensione vocale de “
Il Conte” a portarci all’attenzione le songs come all’inizio della trascinante “
You’ll Be Mine“, a mio parere, la più bella composizione dell’album perché concentra quanto di meglio puoi trovare in una canzone: voce, tempo (in doppia cassa), splendidi riff di chitarra ed un assolo in linea con la ritmica di un basso potentissimo tra le mani di “
El Guapo”.
Ma non è il solo brano a distinguersi, “
Fist In Darkness“, “
Behind The Eight Ball“, con quella sua contaminazione metal, e ancora “Hanky Panky”; ma citarne qualcuno vorrebbe dire penalizzare le altre songs, tra le quali alcune ballads sulle quali svetta “
It Ain’t Easy” perché in ognuna di essa possiamo trovare gli esempi della qualità tecnica raggiunta dai ragazzi milanesi e non di meno il lavoro di Nicolò sviluppato per impreziosire quanto di bello già composto dal power-trio.
C’è da giurare che i prossimi concerti o meglio i live-shows dei
Wine Spirits, da sempre momenti di assoluta celebrazione del rock più sanguigno, intenso e viscerale, sapranno coinvolgere ed intrattenere ancora di più il pubblico che non dovrà più attendere per vederli on the road perché nuovamente in pista per promuovere “Three of a Kind” e per “
dimostrare che quello che vendi e’ proprio farina del tuo sacco e non un artefatto digitale”.
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