Il debut album dei tedeschi
Tragedian è quanto di più prevedibile, scontato e poco ispirato il power metal potrebbe offrire al giorno d'oggi: una base tritatutto, su cui si innestano improponibili fughe tastieristiche, aperture melodiche, linee canore banali da parte di un singer, Timo Behrens, che veramente non ha niente di accattivante, particolare, piacevole. Ed è un peccato, perchè alla base ci sono discrete idee e buoni arrangiamenti da parte del chitarrista/mastermind Gabriele Palermo, emigrato in Germania a cercar fortuna, ma pensa te...
I brani scorrono via uno dietro l'altro, senza lasciare molto nelle orecchie e nella mente di chi ascolta, senza riuscire ad emergere dal mare magnum delle releases "di seconda fascia": un disco che si rifà ora agli Stratovarius, ora ai Blind Guardian, ma che molto più spesso mi ricorda i nostrani Kaledon, e non è un complimento.
Poca carne al fuoco, insomma, poche parole per una recensione che vuole essere un consiglio:
"Dreamscape" non è un disco brutto, peggio: è un disco anonimo. Speriamo bene per il futuro, ma il presente lascia i
Tragedian alle prese con un nome che è già una sentenza.
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