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Wicked Dream affermano di esser debitori per il proprio nome ai Black Sabbath (essendosi ispirati al loro brano "Wicked World") e l'influenza sabbatiana si fa certo sentire, ma non è assolutamente imperante nell'economia del sound di questa formazione proveniente da Termoli (dove si sono appunto formati nel 2003) che mostra, infatti, un approccio robusto e dal sapore ottantiano, prediligendo però sonorità a cavallo del Thrash e Death, sulle quali si stagliano le vocals abrasive del cantante, e bassista, Fabio B. D'Apote.
Questi è anche l'unico sopravvissuto della formazione che aveva inciso l'album, ora trasformatasi in un quartetto con l'adozione di due chitarre. Ad ogni modo il riffing di Emanuele Ghiasa si rivela piuttosto efficace, un po' demodé ma roccioso il gusto, come confermano, ad esempio, l'opener "Metal Invasion" (una vera e propria dichiarazione di intenti) o una "Meeting with Death", che se non fosse per l'impiego delle tastiere si collocherebbe a metà strada tra Venom ed Atomkraft.
La registrazione è tuttavia ancora troppo amatoriale, sopratutto per quanto riguarda la batteria (è stata forse utilizzata una drum machine?) e la pulizia del suono, ma la di là di questi appunti, i Wicked Dream ed il loro "Perversion from the Ashes" vengono fuori da questo appuntamento in maniera più che positiva.
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