Con colpevole ritardo mi accingo a parlare di questa nuova uscita di sua maestà Joe Lynn Turner, uno che molto eufemisticamente non ha bisogno di presentazioni.
Questo "Live in Germany" è il resoconto dell'ultimo tour da solista del buon Joe, a supporto dell'ottimo album "Second Hand Life", uscito lo scorso anno sempre su Frontiers Records.
Iniziamo con le note negative: un unico disco mi è francamente sembrato un po' poco. E' vero che si tratta della performance registrata durante lo United Forces of Rock in Germania, e che quindi già dovremmo essere di fronte ad uno show completo, ma forse sarebbe stato meglio pubblicare un doppio album, inserendo track aggiuntive, specie se consideriamo che prima d'ora non avevamo mai avuto dischi dal vivo da parte di questo artista.
Al di là di quelle che sono sicuramente pecche di poco conto, il giudizio su questo lavoro non può che essere positivo. Il singer ha fatto grandi cose in veste solista, ma comprensibilmente preferisce concentrarsi sul repertorio dei Rainbow, che occupa in pratica più di metà della setlist. Ecco dunque un'occasione privilegiata per gustarsi incendiarie versioni di "Death alley drive", "I surrender", "Spotlight Kid" e tanti altri splendidi classici di una band che non ha assolutamente nulla da invidiare alla sua prima, immortale incarnazione, quella con Ronnie James Dio dietro al microfono. E anche se non c'è Richie Blackmore alla sei corde, il fido Karl Cochran (già visto all'opera con Ace Frehley) se la cava egregiamente, dando una veste nuova a brani che comunque non hanno mai sofferto dell'usura del tempo.
Ci sono anche due estratti dall'ultimo disco, la pazzesca hit "your love is life" e l'epica "Blood red sky", un pezzo che sembra uscito direttamente dalla penna di mr. Blackmore...
Il pubblico tedesco è presente e si fa sentire a dovere, e anche se la voce di Joe ogni tanto accusa qualche cedimento (gli anni passano per tutti, si sa), l'atmosfera di festa che si respira non viene certo rovinata. Chiude una tiratissima versione di "Burn", obbligata ma forse un po' superflua, visto che ormai l'abbiamo sentita in tutte le salse.
Acquisto decisamente obbligato per tutti gli amanti della buona musica, giovani o vecchi che siano. Questo non è un disco per nostalgici, e del resto se gli Ac/Dc sono in classifica a 60 anni suonati e siamo ancora qui a spettegolare sulla probabile reunion dei Led Zeppelin, un motivo ci dovrà pur essere...
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