Blindead - Autoscopia: Murder In Phazes

Copertina 8,5

Info

Anno di uscita:2008
Durata:60 min.
Etichetta:Foreshadowing Music

Tracklist

  1. PHAZE I (ENLIGHTENMENT)
  2. PHAZE I (ABYSS)
  3. PHAZE II (SYMMETRY)
  4. PHAZE II (PHENOMENA
  5. PHAZE III (BLOOD BOND)
  6. PHAZE III (A NICE NIGHT FOR A WALK)
  7. PHAZE IV

Line up

  • Nick: vocals
  • Deadman: guitars
  • Havoc: guitars
  • Zvierzak: bass
  • Hervy: synths
  • Konrad: drums

Voto medio utenti

Non conoscevo i polacchi Blindead prima di ascoltare il qui presente “Autoscopia: Murder In Phazes”, ma a quanto pare hanno fatto già un disco in precedenza, “Devouring Weakness” del 2006.
Giunge quindi totalmente sorprendente alle mie orecchie la devastazione sonora dei 60 minuti di questo disco, devastazione cui segue una desolazione senza fine.
Chiariamo subito che i Blindead non inventano nulla di nuovo, potendosi citare tra i loro ispiratori gente come Neurosis e Isis; quello che è nuovo è un certo mood, che oserei definire tipicamente europeo, quindi più vicino al metal che non all’hardcore, e il riffing latamente “meshugghiano” di “Phenomena” o di “A Nice Night For A Walk”sta lì a dimostrarlo.
Quello che stupisce è l’assoluta pesantezza di un suono massiccio come un barra d’acciaio, eppure un suono che, grazie alle sue derive liquide, alla sua psichedelica innata, riesce a rendersi sostenibile per tutta la durata del disco. Ti fai tutto d’un fiato 60 minuti di sorrow music, di dissonanze, di parti brutali, di nevrastenia, di acido versato sui nervi scoperti, ma non te ne accorgi, per poi raccogliere i brandelli del tuo cervello solo quando la musica smette di suonare, alla fine, quando ormai tutto è perduto. È questo l’effetto che fa il disco presente.
Un disco che racconta, o almeno è questa la pretesa, la mente di un serial killer, trascinando l’ascoltatore nei reconditi e morbosi pensieri di una mente deviata, magistralmente raccontati in “Blood Bond”.
Symmetry” sembra un pezzo dei Voivod sotto acido e incazzati neri, toccando vette, di nera disperazione, altissime. La stessa, già citata, “Phenomena” è un trip nell’angoscia e nell’inquietudine, un nero monolite di puro e sfibrante terrore.
Credo di aver dato abbastanza coordinate per comprendere la materia sonora con cui è plasmato questo disco, quello che forse non sono riuscito a fare è trasmettervi le sensazioni che si provano nell’ascoltarlo, ma sono sicuro che rimedierete da voi.
Certe sensazioni era dai tempi di “A Sun That Never Sets” che non le provavo. A buon intenditor…
Recensione a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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Ultimi commenti dei lettori

Inserito il 15 dic 2008 alle 12:31

be' debbo ascoltarli

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