Altro giro e altro ottimo regalo da parte della The Oath. Stavolta stiamo parlando dei bergamaschi
Unholy Land, tornati sulle scene dopo un silenzio durato cinque anni con questo disco chiamato "Dethrone The Light", vero e proprio inno di blasfemia e anticristianesimo. Ovviamente si tratta di black metal, che ricorda molto da vicino le produzioni della scena svedese, contaminato da un pizzico di black qua e là. Come da tradizione le composizioni sono sorrette dal riffing furioso e caotico delle chitarre, impegnate a tessere trame non del tutto prive di una base melodica. Anzi, in qualche partitura arpeggiata esce addirittura una vena folk che purtroppo non viene approfondita più di tanto. Le ritmiche sono sempre taglienti e incisive, e in alcuni momenti di alta ispirazione si riesce a cogliere anche qualcosa di veramente esaltante. E' il caso della terza traccia, "Obscure Legends Of Torquemada's Fort", che mostra un ottimo lavoro della coppia d'asce lombarda. Da sottolineare anche la prova della sezione ritmica, in particolare per quanto concerne la batteria, impegnata in un'opera costante di accompagnamento mai banale e scontata. Più canonica invece la prestazione vocale che in tutti i trentacinque minuti di durata dell'album non sperimenta nulla che vada oltre quanto già ascoltato più e più volte fino a ora. Da questo punto di vista si può certamente studiare qualcosa di più appetibile, visto il contesto in cui la voce di Aren si trova a operare. I nostalgici di questo tipo di black metal avranno pane per i loro denti, visto che "Dethrone The Light" si pone come ottima alternativa ai soliti nomi ormai in declino da tempo.
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