Personalmente credo che i
Mercyful Fate appartengano a quella schiera di band che abbiano raccolto molto meno di quanto seminato. Proveniente da quella che era letteralmente la “periferia dell’impero” del metal dei primi anni 80 – la Danimarca – la band guidata dal carismatico
King Diamond è infatti riuscita a ritagliarsi uno spazio importante nella storia del nostro genere preferito ma, salvo poche eccezioni, non sempre viene loro riconosciuto il giusto contributo allo sviluppo ed alla crescita dell’Heavy Metal.
Martin Popoff è una di queste eccezioni. Il prolifico autore di numerosi testi sul mondo metal è un vero estimatore delle complesse sonorità create dai
Mercyful Fate nella loro lunga ma inframezzata carriera e, durante lo scorrere dei capitoli de
“Il patto immortale”, traspare vividamente l’amore profondo che prova per il quintetto danese.
La voglia di rendere giustizia ai
Mercyful Fate ha fatto sì che l’autore si sia dedicato ad un'accurata collazione delle fonti su cui basare l’opera. Il materiale a cui ha attinto proviene sia da diverse interviste rilasciategli personalmente dai vari membri della band e da coloro con cui hanno lavorato nel corso dei vari anni, sia a molte altre concesse alle riviste del settore. Un elenco copioso che viene riportato in appendice al testo.
Purtroppo
“Il patto immortale” non riesce a soddisfare in pieno le premesse – e le promesse – dell’autore, risultando più piacevole e scorrevole nella prima parte, quella che va dalla nascita dei
Mercyful Fate fino allo split avvenuto nel periodo successivo alla pubblicazione di
“Don’t break the oath”, piuttosto che nella seconda parte che va dal ritorno sulle scene del 1993 fino al “congelamento” del progetto dopo l’uscita di
“9”.
Durante la lettura noterete che l’autore tende a trattare con benevolenza l’affiliazione alla filosofia satanica di
King Diamond, è notorio che i testi scritti dal
Re hanno causato enormi problemi alla band fin dagli esordi della propria carriera – il gruppo finì nell’infame lista stilata dal PMRC guidato da
Tipper Gore – così come il fatto che
King Diamond non abbia mai nascosto la sua naturale inclinazione verso l’occulto alla stampa.
Popoff ci tiene moltissimo a trasmettere al lettore la corretta weltanschauung di
King Diamond e la sua personalissima filosofia di vita influenzata dal pensiero di
Anton La Vey, ma soprattutto, all’autore preme sottolineare il rispetto che
King nutre nei confronti delle convinzioni degli altri individui.
Senza entrare in dettagli troppo approfonditi e togliervi il piacere della lettura, scopriamo ciò che ha portato un gruppo di musicisti provenienti da esperienze diverse ma spinti dall’amore per la velocità e l’abilità tecnica dei
Judas Priest a creare attraverso il duro lavoro qualcosa di nuovo e travolgente. Ma anche le inevitabili tensioni, le diverse visioni sulla strada da intraprendere, gli aneddoti durante le sessioni di registrazione, le difficoltà e la consapevolezza dei propri limiti.
Come detto sopra però, la seconda parte de
“Il patto immortale” soffre di un calo di tensione. Sarebbe stato interessante leggere qualche pagina in più sulla brillante carriera solista di
KD, così come avrei gradito che l’autore fosse riuscito a strappare qualche intervista esclusiva più recente a
King (l’ultima è del 2009) o a
Hank (2003). Va bene che i Mercyful Fate sono in stand-by da troppo tempo –
“9” risale al 1999 – ma qualche parola più recente da parte dei membri fondatori sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta.
Martin Popoff con questo libro colma una lacuna fra le uscite del settore, i
Mercyful Fate non possono e non devono esser considerati un gruppo di nicchia, e bene ha fatto la
Tsunami a renderlo disponibile ai numerosi fan italiani che ancora oggi si emozionano all’ascolto di “
Evil”.
Martin Popoff“Il patto immortale”Collana
Gli Uragani282 pagine + 18 di foto in b/n
ISBN-13 : 978-88-94859-40-9Euro: 20.00
Tsunami Edizionihttp://www.tsunamiedizioni.com/
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