Hatecore Connection - L'anima nera dell'hardcore

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Pubblicato il:12/02/2021
Davide Maspero e Max Ribaric ci ricascano e dopo l’eccellente “Come lupi tra le pecore”, bibbia del black metal nazionalsocialista, danno alle stampe questo “Hatecore Connection – L’anima nera dell’hardcore”, operazione in tutto e per tutto simile alla precedente, nella quale, stavolta, oggetto dell’analisi è l’hardcore di matrice nazista, denominato hatecore o NSHC.
Seguendo lo schema già collaudato gli autori analizzano l’origine del movimento, partendo dalle basi e, all’uopo, fornendo preziose informazioni sulla nascita dei movimenti punk e hardcore, al di qua e al di là dell’oceano atlantico.
Il libro, per un verso, delinea come e quando le tematiche di destra si sono infiltrate in un genere storicamente di sinistra come l’hardcore, narrando per filo e per segno la sua evoluzione, e, per altro verso, compiono un’analisi di tipo geografico, raccontandoci la nascita e l’evoluzione nei vari paesi del mondo, in un racconta che tocca praticamente tutti gli angoli del pianeta o almeno quei luoghi dove l’hatecore ha attecchito dando vita ad una scena più o meno significativa.
Il tutto è condito da tonnellate di analisi e approfondimenti, con tanto di interviste ai protagonisti e vere e proprie recensioni di decine di dischi misconosciuti ai più.
Non vengono tralasciate analisi di tipo politico, quantomeno l’indicazione degli elementi necessari per comprendere il contesto nel quale l’hatecore è nato e cresciuto.
Questo libro ha come valore aggiunto la già sperimentata cura nella sua redazione/impaginazione che fa il paio con il fatto di essere scritto in maniera superba, chiara, assurgendo a vera e propria bibbia del genere, data anche la mole di informazioni che fornisce, frutto di un lavoro di indagine molto minuzioso che sfocia nell’accademico, perché è evidente che Max e Davide hanno un’impostazione da ‘ricerca scientifica’.
Leggendo il libro vi verrà voglia di sintonizzarvi su youtube per ascoltare le canzoni e i gruppi che via via vengono citati nel libro, e, con non poca sorpresa, come nel mio caso, potrete scoprire che in molti casi sono assenti, evidentemente per problemi di censura.
Quest’ultima considerazione ci porta direttamente al fatto che il libro è stampato ed edito da una casa editrice, la “Passaggio al bosco”, ricompresa nei circuiti editoriali di destra dovendo afferire a quella “Altaforte Edizioni” che è considerata il braccio editoriale di Casapound.
A onor del vero, il taglio scientifico/documentarista del libro, non tradisce alcuna presa di posizione, ma è un racconto meticoloso e a tratti didascalico di un fenomeno in maniera professionale e oserei definire “asettica”.
Grande spazio è riconosciuto anche alla scena italiana, non a caso il libro prende il titolo da un disco degli Hate For Breakfast pionieri e punta di diamante dell’NSHC tricolore.
In definitiva ci troviamo di fronte a circa 650 pagine capaci di dettagliare in maniera sistematica e tassonomica la galassia NSHC e capace, come valore aggiunto, di dare lo spunto al lettore di scoprire e ascoltare label, gruppi e realtà altrimenti relegate ad un contesto d’area che, data anche l’attuale situazione di instabilità politica, potrebbe ben presto imporsi all’attenzione generale. Non fatevi trovare impreparati, procuratavi “Hatecore Connection”.

“Hatecore Connection – L’anima nera dell’hardcore”, ed. Passaggio al bosco, anno 2020, pag. 655, € 25.




Articolo a cura di Luigi 'Gino' Schettino

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