Scream For Me: David Coverdale

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Pubblicato il:08/05/2023
Una delle voci più calde e sensuali del mondo Rock Metal, frontman dei mitici Deep Purple e mastemind degli Whitesnake, David Coverdale è stato un punto di riferimento per miriade di singers nel corso dei decenni.
Forse non tutti sanno però che Coverdale è stato anche protagonista di alcuni splendidi album, sia come solista che in compagnia dell'altra leggenda Jimmy Page.
Scopriamoli insieme, "Scream for me, scream for us, David ".

WHITE SNAKE (1977)
E' il primo disco solista di Coverdale, uscito da poco dai Deep Purple. Curioso come abbia usato il titolo del disco per dare poi il nome alla sua futura band degli Whitesnake L'esordio, per stessa ammissione di David, è un disco "introspettivo, riflessivo e di basso profilo", in realtà per quanto mi riguarda pur essendo inevitabilmente lontano dai lidi AOR metal degli '80 pone le basi per quel mix hard blues che caratterizzerà i primi dischi del Serpente Bianco e che verranno ripresi fedelmente nel successivo "Northwinds"
Canzoni semplici ma ricche di groove, cori, tastiere e un gusto sopraffino per le melodie ryrhm & blues, da notare "Blindman" che sarà riproposta in "Ready & Willing" disco del 1980 dagli Whitesnake.


NORTHWINDS (1978)
Ad 1 anno esatto dal primo album solista di David, "White Snake", ecco uscire la seconda fatica discografica di un artista evidentemente in un periodo di grande prolificità - nello stesso anno sara' fondata la band degli Whitesnake ed uscirà il loro primo disco chiamato "Trouble" - .
"Northwinds" è un disco blues-rock con composizioni che saranno le basi dei successivi lavori del Serpente Bianco. La voce di Coverdale è già piena e matura e riesce a conferire il solito grande pathos alle canzoni che, per inciso, sono caratterizzate da grande uso di cori, pianoforte e fiati a dimostrazione che siamo ancora lontani dall'approccio più hard rock ( solo "Breakdown" è un pezzo bello tirato ). Si prediligono infatti partiture soul-blues che ricordano gli album di quel periodo di un altro grande artista (Elton John) si sentano le varie "Say You Love", "Queen Of Hearts", "Time & Again" o la stessa titletrack, le melodie sono la cosa più importante e si segnala la presenza di Roger Glover e di Wendy e RJDio (nelle backing vocals quasi gospel di "Give Me Kindness").


COVERDALE/PAGE (1993) EMI

Una brutta e insignificante copertina con in bella mostra due dei più grandi nomi del panorama Rock mondiale, questo il biglietto da visita del progetto che ha visto Coverdale e Page unire le rispettive forze per dare alle stampe l'album omonimo del 1993, purtroppo solo un episodio estemporaneo. L'album è una successione di potenziali hits ( poteva essere altrimenti con 2 simili personaggi?!) cominciando dalla terremotante "Shake My Tree" che condensa in 4.53 minuti tutto la potenzialità del duo, vale a dire vocals calde e roche, riff hard-blues e groove a palate. Page è un riff maker di classe e quel suo tocco secco e deciso - che ricorda un pò Keith Richard degli Stones - assicura alle canzoni un andamento deciso e ficcante, come "Waiting On You", "Pride & Joy" e la veloce "Feeling Hot" oltre alla presenza di ballads struggenti che ti prendono dal profondo trasmettendoti emozioni grazie al pathos interpretativo di Coverdale, si sentano "Take Me For A Little While" con le sue orchestrazioni e quel solo di chitarra che sa tanto di Zeppelin, oppure "Take A Look At Yourself", impossibile non lasciarsi trasportare dalla sua melodia. Non mancano i pezzi più marcatamente blues come "Don't Leave Me This Way" che gioca su un arpeggio di chitarra in un crescendo coinvolgente o la più dura "Absolution Blues" che inizia piano per poi sfociare in un hard rock ad alta intensità con la chitarra di Page che macina riff.
Peccato sia rimasto un progetto solista, peraltro osteggiato e criticato da Robert Plant all'epoca della sua uscita, e si capisce il perchè; Coverdale ha saputo reinventarsi in molteplici vesti mentre Plant è rimasto ostaggio dell'ingombrante "peso" dei Led Zeppelin.


RESTLESS HEART (1997) EMI

Il disco, accreditato a nome "David Coverdale & Whitesnake" per motivi contrattuali, è da considerarsi a tutti gli effetti come disco solista di Coverdale, qui anche produttore.
Aiutato dal fido Adrian Vandenberg alle 6 corde, "Restless Heart" non si discosta dal tipico sound del Serpente Bianco se non per la massiccia presenza di ballads, peraltro tutte di ottima fattura, e per un suono in generale meno duro rispetto ad altri dischi del gruppo.
Dopo l'ultimo tour del 1990, Coverdale decise di tenere gli Whitesnake in letargo per un po' e qualche anno dopo (1993) si uni a Page per incidere il disco "Coverdale /Page" salvo poi ricontattare Vanderberg per scrivere con lui i pezzi che appunto compaiono sul disco solista in questione.
Il disco, a parere di chi scrive, contiene alcuni potenziali hits nonostante la tiepida accoglienza riservata della critica che lo ha considerato troppo "debole e soft" rispetto ai precedenti lavori degli Whitesnake.
D'altronde Coverdale non è mai stato Rob Halford e nel suo sangue scorre il rhythm & blues rinforzato occasionalmente dall 'hard rock.
La sua è una voce soul e in "Restless Heart" le migliori performance le fornisce proprio nelle ballads. Pezzi come "Too Many Tears", la struggente "Can' t Go On", nella bluesy "Stay With Me" o la quasi gospel "Your Precious Love" non possono non commuovere per l'intensità interpretativa di David che solo in poche occasioni schiaccia il pedale hard rock come nell esplosiva " Can't Stop Now" o in "Woman Trouble Blues".


INTO THE LIGHT (2000) EMI

L'album in questione si apre con un breve intro cui segue la bluesy,malinconica e un po' progressive "River Song", il lavoro esce dopo un periodo buio per ammissione dello stesso Coverdale e difatti il tono generale è un po' sommesso, mancano dei veri highlights. La vena hard blues è ridotta al minimo e se escludiamo la sostenuta "Slave" , l'hard rock tirato di "Don't Lie To Me" e un paio di buone ballads quali "Love Is Blind" con la solita grande prova vocale e la nuova versione di "Too Many Tears", il resto è un po' deboluccio con pezzi che certamente non entrano nella gloriosa storia del cantante.

Articolo a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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