Scream For Me: John Norum

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Pubblicato il:14/07/2023
Chitarrista, cantante e co-founder degli Europe, nonchè membro degli Eddie Meduza & The Roaring Cadillacs, della Don Dokken band e dei Dokken, John Norum ha anche intrapreso una carriera solista - sconosciuta ai più - che qui intendiamo riscoprire.
"Scream For Me, Scream For Us, John!"

TOTAL CONTROL ( 1987)
L'esordio solista di John Norum, già chitarrista degli Europe, esce nel 1987 - dopo che ha lasciato la band per divergenze musicali nonostante il successo planetario di "The Final Countdown" - ed è dedicato a Tommy Östervik, un amico di Norum, che morì annegato un anno prima.
L'album, che ottenne grande successo in Svezia, contiene due cover: "Back on the Streets", originariamente registrata dai Vinnie Vincent Invasion, e "Wild One" dei Thin Lizzy come bonus track.
John, oltre a suonare la chitarra, canta su tutti i pezzi tranne 3 cantati da Göran Edman e la cosa curiosa è che nonostante John avesse lasciato gli Europe poichè non gli andava il percorso musicale troppo "easy" intrapreso dalla band svedese, poi il debut solista ripercorre praticamente lo stile degli Europe. D'altronde era impensabile che a fronte di un successo come "The Final Countdown" , il primo disco del chitarrista della band potesse discostarsi troppo, il fatto sta che "Let Me Love You" apre le danze è sarà il brano più famoso che raggiunge i primi posti della classifica.
Il seguente "Love Is Meant To Last" - uno dei 3 pezzi cantati da Göran Edman - è un quasi copia incolla di "The Final Countdown"(!) e va da se che fa la gioia dei fans degli Europe, John peraltro dimostra di essere un grande chitarrista sia a livello ritmico che solista, virtuoso ma senza strabordare in inutili barocchismi. Abbiamo l'immancabile ballad "Too Many Hearts", piuttosto innocua a dire il vero, ma anche brani più sostenuti come "Someone Else Here", "Eternal Flame" o "Blind" dalla grande impronta chitarristica. John ha una voce meno "squillante" di Joey Tempest ma non è affatto malvagia, anzi, e questo debut va apprezzato per il coraggio mostrato dal chitarrista nel lasciare la gallina dalle uova d'oro (gli Europe) nel momento di massimo successo.


FACE THE TRUTH (1992)
Con questo secondo lavoro solista, John delinea maggiormente il suo stile in contrapposizione con quello degli Europe e già dalla titletrack in apertura sentiamo una chitarra più veloce, più metal nei riff e funambolica nei solos-
Gradite sorprese, alle vocals troviamo addirittura Glenn Hughes e al basso Peter Baltes (bassista storico di Accept e Dokken) e lo stesso Joey Tempest sarà ospite in "We Will Be Strong". John ci delizia col suo chitarrismo solido e classico e con una prova vocale che non sfigura nel confronto con Hughes ("Night Buzz"). Anche qui abbiamo una potente cover "Opium Trail" dei Thin Lizzy - sempre con John alle vocals - mentre in "We Will Be Strong" il duo Norum-Tempest sfoggia un pezzo "alla Europe" che è uno degli highlights del disco, insieme alla ballad "Time Will Find The Answer" che inizia con una struggente e sognante chitarra e al solido hard rock di brani quali "Counting On Your Love" e l'AOR di "Still The Night".


ANOTHER DESTINATION (1995)
Terzo disco di Norum che vede ancora una volta la presenza di 2 cover: "Strange Days" degli Humble Pie e la celeberrima "Sunshine of your Love" dei Cream, mentre per il resto il disco ha sonorità un pò più oscure dei precedenti lavori, si sentano "Inside" o il potente mid-tempo "Resurrection", la chitarra di Norum prende un pò di Uli Jon Roth, Michael Schenker, Gary Moore e sciorina riff e solos al cardiopalma su terreno ritmico martellante e con vocals di Kelly Keeling che fungono da perfetto compendio.
"Strange Days" è un blues ruvido e lascivo, "Sunshine of your Love è resa come se la suonassero i Black Sabbath, "Shimmering Highs", "Catalina Sunset" e "Jillanna" sono sorprendentemente 3 strumentali messi in un unico disco che rimarcano la grande versatilità e classe del chitarrismo virtuoso di Norum, la prima sono 6 minuti con una chitarra vulcanica che urla e che affascina allo stesso tempo, la seconda e la terza sono rispettivamente 6 e 4 minuti di chitarrismo virtuoso, un susseguirsi di arpeggi e solos con una chitarra classica che disegna melodie suadenti, classe allo stato puro.


WORLDS AWAY (1996)
Anche questo album segna il passo verso un suono decisamente heavy - e decisamente sempre più lontano dagli Europe - con brani potenti e ficcanti quali "Manic Distortion" o l'esplosiva "Dogs Are Barking", le voclas di Kelly Keeling sono sempre più un tutt'uno col chitarrismo di Norum ( nonchè con le sue vocals ).
Chi dice che Norum suona rock e non metal si deve ricredere ascoltando questo quarto lavoro, "Make A Move" ha un suono duro e moderno, "C.Y.R." sorprende col suo andamento metal-funky, "Center Of Balance" sembra uscire da un disco di Ozzy per il suo riffama sinistro, "Homeland" è la ballad che non ti aspetti e che unisce passione e melodia, "Worlds Away" suona quasi come un grunge alla Soungarden, "Endica" è lo strumentale che ci aspettavamo da un grande virtuoso come Norum che però non eccede mai in virtuosismi o neoclassicismi e che suona sempre in funzione della forma-canzone. Spettacolare


SLIPPED INTO TOMORROW (1999)
"Still In The Night" apre alla grandissima questo nuovo lavoro che come dice il titolo stesso proietta John Norum nel futuro, un futuro metal sempre più lontano dall'esordio mainstream con gli Europe.
La velocità del pezzo d'apertura spiazza un pò tutti e pure i pezzi successivi suonano freschi e soprattutto moderni nel suono, che ricorda Gary Moore, Yngwie Malmsteen ed anche Zakk Wylde in molti passaggi pur senza emularli in modo sterile quanto piuttosto elaborando una tecnica chitarristica personale che schiaccia il pedale sul lato più metal ("Blackscape", "Nobody Answers") pur avendo nel suo dna la passione e la visceralità tipiche del blues. L'axe-hero riesce ad essere appassionato nelle ballad "Loosing My Mind" quanto cupo e heavy nei mid-tempo più lenti "Freedom Is My Truth" o più sostnuti "Songs Of Yesterday".
Immancabile anche in questo lavoro una cover dei Thin Lizzy “Killer Without A Cause


OPTIMUS (2005)
Ad 1 anno esatto dal suo ritorno negli Europe con il disco "Start From The Dark", John Norum fa uscire il suo ennesimo lavoro solista.
"Optimus" suona moderno, oscuro e molto heavy in linea con le ultime produzioni del talentuoso chitarrista; a volte il suo cantato nonchè il suo riffing ricordano Zakk Wylde come nella poderosa "Nailed To The Cross", altrove ci sono accenni al Nu Metal ( giusto per rimarcare l'approccio moderno alla sua musica ) come nella sinistra "Better Day" . Sorprende un pò in questo contesto un brano quale "One More Time" una simil ballad quasi blues ma con un andamento ipnotico, mentre più in linea col resto dell'album sono le oscure "Time To Run", la strumentale titletrack e "Forced" dal grande groove. Non tutte le composizioni ovviamente si mantengono su alti livelli ma il disco nel suo insieme cattura bene l'essenza del Norum-sound di metà '2000, lontano dalla band madre.


PLAY YARD BLUES (2010)
Il disco contiene ben 3 covers, una dei Thin Lizzy "It's Only Money", una dei Frank Marino & Mahogany Rush "Ditch Queen", e una dei Mountain "Travellin' in the Dark", ma i pezzi da '90 sono sicuramente il blues elettrico dell'opener "Let It Shine" e la splendida strumentale titletrack che coniugano passione, melodia, mood settantiano e solita grande prova alle 6 corde di Norum che fa impallidire anche i più blasonati "guitar-heroes" . Il disco è intriso di sonorità che rimandano a Whitesnake ("Over And Done") e al solito Zakk Wylde, a volte i ritmi sono più sostenuti come in "Got My Eyes On You" e nella veloce "Born Again", a volte più articolati e melodici da un bel chorus come in "When Darkenss Falls". A dispetto del titolo e al netto di un paio di canzoni, comunque il disco ci presenta un Norum in grado di spaziare in tutti i generi e non solo nel blues.


GONE TO STAY (2022)
Ed eccoci giunti all'ultimo album - in ordine di tempo - uscito a nome del chitarrista degli Europe. Che dire se non che Norum è un vulcano in continua eruzione? Non solo con la band madre continua a fare dischi e tour, ma anche come solista non manca di deliziarci con lavori che sorprendono sempre per l'eterogeneità della loro proposta e non fa eccezione il nuovo "Gone To Stay". Dopo un opener solare e melodico ( con riffama che richiama ai Thin Lizzy ) "Voices Of SIlence", ecco che la chitarra di Norum si fa cupa e minacciosa nella splendida "Sail On", il songwriting è al solito vario e spazia dal blues all'hard rock sporco e diretto figlio dei soliti padri putativi delle 6 corde cui Norum si rifà da sempre non dimenticando la passione ed il pathos propri di band quali gli Whitesanke come nella power ballad "One By One". Un album fresco ed attuale con le radici ben salde nei 70' e negli '80 che riporta alle cronache un artista che ha avuto il coraggio di abbandonare la nave degli Europe dopo aver contribuito a 3 dischi fondamentali per lasciare il posto a Kee Marcello per poi tornare a bordo della stessa dopo più di un ventennio.

Articolo a cura di Marco ’Metalfreak’ Pezza

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